La cassazione ha confermato la confisca delle società del gruppo Centralgas-Vigorgas serbatoi di Carini. Passa allo Stato un patrimonio di circa 50 milioni di euro, ritenuto provento di affari di mafia e gravato però da una situazione debitoria non indifferente, da difficoltà economiche e gestionali. La Cassazione, inoltre, ha condiviso la tesi della Procura, sui discutibili rapporti societari esistenti tra gli ex vertici di Confindustria Palermo, Giuseppe Costanzo e Fabio Cascio Ingurgio, amministratori delle società confiscate, il figlio di Stefano Bontate e gli altri eredi del capomafia Girolamo Teresi. Le socità sono legate fra loro da una serie di partecipazioni incrociate nei pacchetti azionari, i cui titolari erano quasi sempre le stesse persone fisiche: i cuigini Bontate e Teresi e in qualche caso le madri, ma anche Giuseppe Costanzo e il figlio Dario, Fabio Cascio Ingurgio e il padre Pietro. I due vertici delle associazioni degli industriali si erano fatti portavoce del rinnovamento nel segno dell’antimafia, ma dovettero dimettersi nel dicembre 2005, dopo il sequestro delle società e delle loro sospensioni come amministratori. La Procura dimostrò che nella Centralgas si era assicurata una sorta di continuità nella ripulitura del denaro di provenienza illecita.
(Teleoccidente)
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