Inchiesta firme false M5S: parte il processo

Inizia questa mattina il processo sullo scandalo delle firme false alle elezioni comunali di Palermo del 2012. Quattordici gli indagati. Tra questi sia attivisti che deputati del Movimento Cinque Stelle, alcuni dei quali hanno scelto di collaborare con la procura di Palermo, raccontando vari particolari della vicenda.

Pare che dopo aver raccolto le firme necessarie per presentare la lista, ci si accorse che c’era un errore di compilazione, un vizio di forma, che avrebbe reso le firme inutilizzabili. Per paura di non riuscire a presentare la lista del M5S, sembra che alcuni deputati e attivisti avrebbero ricopiato le firme originali.

La testimonianza

Nei mesi scorsi la Digos ha convocato molti cittadini, che hanno disconosciuto la firma. “Sono stato convocato dalla polizia giovedì prossimo per riconoscere una firma con il mio nome e cognome – aveva dichiarato a Sicilianews24 un imprenditore quarantenne nel settore dell’informatica – e immagino che come me, tanti altri cittadini siano stati chiamati e ancora lo saranno per la stessa ragione. Da parte mia c’è massimo rispetto per il servizio svolto dalla polizia di Stato.  Dispiace, invece, che la furbizia di alcuni soggetti politici debba ricadere sui cittadini.
Non nascondo che si tratta di un disagio forte dovere rinunciare ad una giornata di lavoro per raggiungere gli uffici della polizia nei pressi della cattedrale, zona sottoposta al vincolo della Ztl. Vorrà dire che mi toccherà prendere il taxi”.

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio presentata dai pm, si erano autosospesi dal gruppo i deputati Claudia Mannino, Riccardo Nuti e Giulia Di Vita.