Galvagno traccia il bilancio dell’Ars: stabilità senza esercizio provvisorio
Trasparenza e responsabilità istituzionale al centro dell’intervento del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, che nella sede dell’Ars di Catania ha incontrato la stampa per il tradizionale scambio di auguri di fine anno. Un’occasione utilizzata anche per presentare una relazione sull’attività parlamentare svolta e sulla legge di stabilità appena approvata.
“Ogni anno, dal mio insediamento, tengo una relazione di consuntivo non per stabilire chi ha fatto meglio o peggio, ma per capire se siamo in linea rispetto ai dati oggettivi”, ha esordito Galvagno, snocciolando numeri e confronti con le legislature precedenti. Il dato che il presidente dell’Ars ha definito più significativo riguarda le impugnative: a fronte di un numero di disegni di legge approvati in linea con il passato, il tasso di leggi impugnate è sceso “da circa il 21% al 7%”. Un risultato che, secondo Galvagno, è frutto di “un lavoro migliore alla base, più attento ai profili di costituzionalità e al rispetto delle norme nazionali”.
Ampio spazio è stato dedicato anche alla qualità del lavoro parlamentare e al ruolo delle commissioni, in particolare della Commissione Bilancio. “I numeri dicono che l’attività è stata tra le più intense dell’Assemblea – ha spiegato – anche perché molte leggi approvate hanno avuto natura economica”.
Segnali positivi arrivano pure dall’attività ispettiva. “Il numero di interrogazioni trattate e concluse è superiore rispetto al passato. Questo significa che il Parlamento ha dato risposte in tempi utili”, ha sottolineato il presidente, rimarcando come risposte tardive svuotino di senso il controllo parlamentare e indeboliscano il rapporto con i cittadini.
Il cuore dell’intervento ha riguardato la legge di stabilità, approvata per il terzo anno consecutivo senza ricorrere all’esercizio provvisorio. “Non ci sono precedenti analoghi nella storia recente dell’Assemblea”, ha rivendicato Galvagno. Una scelta che consente programmazione della spesa e certezza per enti e servizi, dalla sanità alle politiche sociali, con effetti positivi anche sull’affidabilità finanziaria della Regione. “Il rating è determinato anche dalla stabilità istituzionale e dalla puntualità dei documenti contabili. Quando si dice che la Sicilia ha un rating migliore, è anche frutto di questo lavoro”.
Non sono mancati riferimenti alle tensioni politiche emerse durante l’iter di una manovra definita “la finanziaria più pesante mai approvata”, passata da 28 a 136 articoli senza l’uso di maxi-emendamenti. Galvagno ha difeso il rispetto del metodo regolamentare, pur esprimendo rammarico per lo stralcio di alcune norme ordinamentali. Tra queste, quelle sull’endometriosi: “Quando una collega lavora per 45 giorni su un tema così sensibile ed è costretta a vedere il proprio lavoro tagliato, è normale che si arrabbi. Aveva ragione”, ha detto, chiarendo che l’espressione “a bocca asciutta” voleva essere un riconoscimento dell’impegno parlamentare, non una polemica politica.
Sul clima in Aula, il presidente ha respinto l’idea di fratture istituzionali: “Il Parlamento non è di una forza politica, ma di tutte le forze politiche”. E ha ribadito la necessità di responsabilità nei lavori d’Aula, aprendo anche a una possibile revisione del regolamento: “Così com’è non funziona più. Non si tratta di imbavagliare nessuno, ma di garantire efficienza e trasparenza”.
In chiusura, Galvagno ha riassunto il senso dell’azione istituzionale: “Non è più bravo chi non inserisce norme, ma chi migliora i testi. L’attività legislativa è questo”. Un messaggio volto, nelle intenzioni del presidente dell’Ars, a riportare il dibattito politico “dentro la normalità istituzionale”, lontano da semplificazioni e letture strumentali.

