Cronaca

Droga a domicilio travestita da food delivery: smantellata organizzazione criminale tra Ballarò e Vucciria

Si consegnavano come pizze, ma nei borsoni non c’era cibo. La droga viaggiava nascosta tra gli zaini di noti servizi di delivery, mentre chi la trasportava indossava abiti da fattorino per passare inosservato. È uno degli elementi emersi dalla vasta operazione antidroga eseguita dalla Guardia di Finanza di Palermo, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha portato all’arresto di otto soggetti legati a un sodalizio criminale attivo nei quartieri storici di Ballarò e Vucciria.

Un’organizzazione piramidale e h24

L’attività investigativa, condotta dal Gruppo Pronto Impiego dei baschi verdi, ha consentito di disarticolare una struttura gerarchica ben definita, con ruoli e compiti assegnati con precisione. Al vertice, due soggetti con il consenso del mandamento mafioso di riferimento trattavano direttamente il prezzo e la qualità della cocaina e dell’hashish, importati tramite canali consolidati.

Lo spaccio era organizzato su tre turni giornalieri, per coprire l’intero arco della giornata. Le richieste erano così numerose che, in alcune giornate, i centralinisti della cosiddetta “control room” erano costretti a lavorare fino a 20 ore al giorno per gestire almeno 100 cessioni quotidiane, fruttando al gruppo oltre 3.000 euro giornalieri. Le consegne avvenivano a bordo di scooter e biciclette elettriche, con i pusher travestiti da rider per evitare i controlli, e spaziavano da Ballarò fino a Mondello.

Le “basi” e i nascondigli del denaro

A supporto della rete, un numero significativo di basisti e custodi, molti dei quali insospettabili e incensurati. Gli indagati si avvalevano infatti di cittadini senza precedenti penali per custodire sia le dosi pronte alla vendita sia il denaro incassato, conservato in buste sottovuoto da 1.000 euro ciascuna. Una delle basi è stata scoperta a Palermo: al suo interno sono stati rinvenuti 1,5 kg di hashish e strumenti per il confezionamento, in possesso di un soggetto incensurato successivamente arrestato.

Nel corso delle indagini sono stati individuati anche diversi depositi usati per lo stoccaggio della droga e la gestione dei contanti, nascosti in punti strategici della città per garantire il rifornimento continuo e rapido dei pusher.

Arrestato un esponente della mafia nigeriana

Tra gli otto arrestati anche un volto noto della mafia nigeriana, già finito in manette nel gennaio scorso per aver tentato di fuggire in un altro Paese dell’Unione Europea con un passaporto falso, cercando di evitare la condanna definitiva per gravi reati. La sua figura spicca per la capacità di muovere ingenti quantità di stupefacente e per i legami consolidati con le piazze di spaccio del centro storico.

Il provvedimento restrittivo è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Palermo alla luce dei gravi indizi di colpevolezza raccolti e del concreto pericolo di fuga degli indagati. Sono state complessivamente eseguite 17 perquisizioni tra Palermo e Villabate, coinvolgendo anche altri soggetti collegati agli arrestati, la cui posizione resta al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.

Il commento delle autorità

Il Colonnello Pasquale Arena, Comandante del Gruppo Pronto Impiego Palermo, ha sottolineato la portata dell’indagine: «Questa operazione rappresenta un colpo importante a un sistema criminale capace di rinnovarsi, mimetizzandosi nella quotidianità urbana. L’utilizzo di travestimenti da rider e l’impiego di persone incensurate per eludere i controlli sono segnali chiari dell’evoluzione delle modalità di spaccio in città».

I guadagni dell’organizzazione sono stati stimati in circa 700.000 euro nel solo arco temporale dell’attività investigativa. Il sodalizio è stato definito “flessibile ma estremamente strutturato”, in grado di operare in modo capillare e continuativo su tutto il territorio palermitano.

Redazione

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