Delrio a Palermo per sostenere Matteo Renzi

Di Silvia Iacono

 

Palermo – Si è svolto a Palermo l’incontro tra i sindaci siciliani e il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio “Bang Sicilia”. Si cerca di trovare sempre più consensi intorno alla figura di Matteo Renzi in vista dell’elezioni per la segreteria del Pd che si svolgeranno il prossimo ottobre. Il ministro ha elogiato il presidente di Confindustria trapanese, Gregory Bongiorno, che ha recentemente denunciato tre estorsori del pizzo. La parola d’ordine non è più “politica” ma “cittadini”, in chiara opposizione alla politica delle tessere e dei partiti. “In questa sala ha lavorato Pio La Torre e sono emozionato per essere in questo luogo – ha esordito Delrio salutato da un lungo e caloroso applauso – Veniamo da un ventennio di dittatura culturale, individualismo sciatto in cui gli altri vengono considerati nemici da fregare. E’ stata diffusa una cultura che ha portato i nostri figli a credere che la vita sia fatta dai grandi calciatori e gli spettacoli televisivi. C’è bisogno di rimettere al centro un altro tipo di cultura, il rispetto per gli altri, la buona educazione, valori della legalità dell’uguaglianza. Palermo, Napoli, le città del sud sono un grande insegnamento, costituiscono il grande ponte del Mediterraneo con la loro storia, la loro variegata cultura, dove la diversità non è un problema. L’immigrazione può essere una opportunità di sviluppo. La politica ha dei limiti, i grandi professori sono convinti che la politica sia quella che guida la storia, penso invece che la storia siamo noi cittadini. Vogliamo una politica che entri nella vita quotidiana, che la trasformi”. Delrio si è poi soffermato sulle problematiche che sta affrontando l’attuale Governo, a cominciare dalla guerra in Siria: “Quando è scoppiato – ha detto – mi sono rivolto alla Bonino chiedendole se sosteneva la guerra. In tal caso mi sarei dimesso, ma la Bonino mi ha rassicurato”. Sull’occupazione Delrio ha sottolineato il gap tra l’Italia e il resto dell’Europa “dove i giovani entro i 35 anni hanno la possibilità di svolgere un apprendistato che li porterà poi a inserirsi nel mondo del lavoro”. Delrio ha quindi parlato delle donne lavoratrici che “in Italia non hanno il sostegno degli asili nido” e degli anziani “che in tante occasioni non ricevono una pensione minima adeguata”.

Presente all’incontro anche il sindaco Leoluca Orlando, che ha fatto gli onori di casa: “Il tempo dei congressi dei partiti è finito – ha detto il primo cittadino del capoluogo siciliano – così come il tempo delle primarie, l’esperienza di Prodi, Veltroni e Bersani, tre persone rispettabili che sono caduti nella palude degli apparati di partito lo ha dimostrato. Credo che solo l’elezione diretta dei sindaci ha consentito di liberare energie e risorse che mai si sarebbero potute realizzare con i filtri degli apparati. Fino al 2011 i sindaci rispondevano a una coalizione definita, Pisapia e De Magistris sono stati gli ultimi. Dal 2012 in poi, dopo la fine del governo Berlusconi, si sono liberate energie come prima non era possibile, si è usciti fuori dalle logiche di apparati, come dimostra l’elezione mia a Palermo e di Marino a Roma. Ci sono tutte le condizioni perché si possa realizzare un vero Partito Democratico, quello attuale non lo è, vive ancora con la nostalgia di ripetere le logiche di apparato. Mi auguro che la politica nazionale prenda esempio dai sindaci”.

“Sono carico di grandissima energia che voglio mettere a disposizione di questa terra – afferma il sindaco di Agrigento Marzo Zambuto, neo iscritto al Partito Democratico – Quello che ci unisce è la voglia di volere dare alla Sicilia una pagina di speranza, nonostante i drammatici problemi. C’è ancora chi si vuole impegnare politicamente, chi vuole scommettere. Ci troviamo in una Sicilia con gli Ato e con le città messe sotto ricatto dai gestori. Matteo Renzi oggi rappresenta una carta con il suo entusiasmo. Questa forza politica può dare una risposta forte e ognuno di noi deve impegnarsi per dare una speranza a questa terra. Diversamente non avremo un futuro”.