Sanità

Con le COT l’Asp di Ragusa scommette sulla sanità di prossimità

Un presidio di prossimità, ma anche uno snodo nevralgico dei percorsi di cura: nel territorio dell’ASP di Ragusa le Centrali Operative Territoriali (COT) “sono il segno tangibile di una sanità che cambia, mettendo davvero al centro la persona”. Attive per i Distretti socio-sanitari di Vittoria, Ragusa e Modica, le COT, si legge in una nota dell’Azienda sanitaria, “rappresentano il motore di un sistema più vicino, integrato e capace di rispondere con prontezza ai bisogni della comunità”.
A Ragusa questo modello ha preso forma con anticipo: la sperimentazione è iniziata nel maggio 2022 e si è tradotta in piena operatività entro novembre 2024. “Un risultato frutto non solo di una strategia ben disegnata, ma soprattutto del lavoro quotidiano degli operatori: medici, infermieri, assistenti sociali, amministrativi, che con competenze diverse ma complementari rendono concreta l’integrazione tra ospedale e territorio – continua la nota – . Sono loro a far vivere le COT, a monitorare i pazienti fragili, ad attivare tempestivamente i servizi domiciliari o residenziali, a garantire che nessun passaggio tra i livelli di cura sia lasciato al caso. Grazie a una rete coordinata e a strumenti digitali che facilitano comunicazione e tracciabilità, ogni intervento è più rapido, preciso e vicino ai bisogni reali”.
Le COT, previste dal DM 77/2022 e finanziate dal PNRR, nascono per superare la frammentazione dell’assistenza, costruendo un punto unico di raccordo tra ospedale, territorio e servizi sociali. A Ragusa questo si è tradotto in un lavoro integrato di èquipe, che facilita i passaggi più delicati – come la dimissione ospedaliera o l’avvio dell’ADI – e accompagna il paziente lungo tutto il percorso di cura.
Il lavoro delle centrali è supportato da strumenti digitali come eCareSuite e le app “CuraCuore” e “MammArrivo”, che permettono il monitoraggio a distanza e la gestione informatizzata delle richieste. Il risultato è una fotografia aggiornata, in tempo reale, dei bisogni della popolazione.
Un altro tratto distintivo del modello ragusano è la collaborazione strutturata con i Comuni.
“Grazie a un Accordo di Programma e alla condivisione della Cartella Socio Sanitaria informatizzata, è possibile costruire percorsi integrati per persone fragili, disabili e non autosufficienti – si legge -. Il cittadino non è più costretto a districarsi tra sportelli e competenze: trova un’assistenza fluida e coordinata. In questo contesto, la telemedicina non è solo un supporto, ma una modalità operativa che consente controlli a distanza, soprattutto per chi vive in aree interne o ha difficoltà negli spostamenti. Si riducono così gli accessi impropri agli ospedali e si garantisce continuità anche a domicilio”.
Le COT sono anche strumenti di governo clinico-assistenziale: raccolgono e analizzano dati, orientano le scelte organizzative, ottimizzano le risorse e migliorano il coordinamento tra i professionisti. “L’esperienza dell’ASP di Ragusa dimostra che innovare nella sanità pubblica è possibile – conclude la nota -. Le Centrali Operative Territoriali non sono solo una risposta normativa: sono la prova concreta che si può costruire un’assistenza più moderna, più vicina, più giusta. Un modello che già funziona. E lo fa ogni giorno, accanto alle persone”.

– foto ufficio stampa Asp di Ragusa –

Redazione

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