Maxi fabbrica clandestina di sigarette: sequestrati impianti da oltre 2 milioni di euro

Una vera e propria industria del contrabbando, capace di produrre milioni di sigarette al giorno e di generare profitti illeciti per centinaia di milioni di euro l’anno, è stata smantellata dalla Guardia di Finanza. Nei giorni scorsi, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, con il supporto operativo dei colleghi di Roma e Frosinone, hanno portato a termine una vasta operazione contro l’illecita produzione di tabacchi lavorati, coordinata dalla Procura Europea (E.P.P.O.) – sede di Palermo.

L’intervento ha consentito di individuare due siti industriali clandestini a Pomezia (Roma) e Ferentino (Frosinone): un imponente opificio per la fabbricazione di sigarette, dotato di macchinari all’avanguardia e di due linee di produzione su larga scala, e un secondo stabilimento destinato allo stoccaggio di materie prime e prodotto finito. Gli impianti, dal valore complessivo superiore ai 2 milioni di euro, erano in grado di sfornare ogni giorno circa 4 milioni di sigarette.

All’interno delle strutture – estese su un’area complessiva di circa 4.000 metri quadrati – le Fiamme Gialle hanno sequestrato 27 tonnellate di sigarette già confezionate, 19 tonnellate di tabacco, 134 bancali di materiali precursori, tra cui imballaggi e confezioni recanti i loghi di noti marchi internazionali come Marlboro, Rothmans, Camel e Winston, oltre a quattro autoarticolati utilizzati per il trasporto della merce.

Nel corso dell’accesso agli stabilimenti sono stati inoltre individuati sette soggetti di nazionalità bulgara e ucraina, deferiti all’Autorità giudiziaria per i reati di detenzione di tabacchi lavorati di contrabbando e contraffazione di marchi.

Particolarmente articolata l’attività investigativa, resa complessa dalle sofisticate misure adottate dall’organizzazione criminale per occultare i siti di produzione e stoccaggio. I trasportatori facevano uso di dispositivi jammer e rilevatori di frequenze per inibire le comunicazioni radio e individuare eventuali sistemi di localizzazione satellitare installati dalle forze dell’ordine. Per risalire agli stabilimenti è stato necessario un lungo e meticoloso monitoraggio, con servizi di appostamento, pedinamenti, sistemi di videosorveglianza e l’impiego di droni.

Secondo le stime degli investigatori, l’immissione sul mercato delle sigarette sequestrate avrebbe comportato un mancato introito per le casse dello Stato e dell’Unione Europea pari a 7,4 milioni di euro tra accise e IVA evasa. Il profitto illecito giornaliero dell’impianto si aggirava intorno ai 700 mila euro, per un volume d’affari annuo superiore ai 240 milioni di euro e un danno complessivo alle finanze pubbliche stimato in circa 160 milioni.

Un colpo durissimo a una filiera criminale che operava con modalità industriali e che conferma l’elevato livello di organizzazione del traffico illecito di tabacchi sul territorio nazionale.

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