Ufficiale, introdotta la Tassa INPS: “Ci dovete dare 18.753,84 euro tutti” | Non esistono esenzioni, dovete sbrigarvi
Naspi, quando l’Inps può richiedere la restituzione, i pagamenti effettuati per errore e gli effetti di un nuovo imprego non dichiarato
La Naspi, Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, rappresenta un aiuto fondamentale per i lavoratori che perdono involontariamente il lavoro. Tuttavia, l’erogazione dell’indennità non è priva di regole rigorose. In determinate circostanze, l’Inps può richiedere la restituzione degli importi già versati. Comprendere i motivi di un eventuale recupero è essenziale per evitare problemi economici o legali.
Una delle situazioni più comuni riguarda i pagamenti effettuati in assenza dei requisiti previsti. Errori nei calcoli dell’importo spettante o accrediti superiori a quanto dovuto possono generare un debito nei confronti dell’Inps. In questi casi, l’ente previdenziale è autorizzato a chiedere il rimborso della somma erogata indebitamente.
Un altro scenario frequente si verifica quando il beneficiario della Naspi inizia un nuovo lavoro senza comunicarlo tempestivamente all’Inps. Poiché la prestazione è destinata ai disoccupati, l’indennità deve essere interrotta. Se l’ente continua a erogare l’importo, l’eccedenza diventa un debito che deve essere restituito.
Situazioni più gravi riguardano chi ottiene la Naspi tramite dichiarazioni non veritiere. In questi casi si configura un illecito, con conseguenze economiche e legali. Fornire informazioni false per ricevere l’indennità può comportare procedimenti giudiziari oltre al recupero delle somme indebitamente percepite.
