Sono finalmente i navigazione verso casa a bordo dei loro pescherecci ‘Medinea’ e ‘Antartide’ i 18 pescatori liberati ieri in Libia dopo 108 giorni di prigionia nella mani del governo del generale libico Haftar.
La partenza è stata comunicata dal comandante del motopesca ‘Medinea’, Pietro Marrone, al suo armatore.
Le due imbarcazioni navigano verso Mazara dove sono attesi da tutti i familiari e dal paese intero in festa: l’arrivo è previsto nella giornata di domenica.
Ieri, dopo la liberazione sono state tantissime le manifestazioni di gioia e soddisfazione da parte delle istituzioni, il governatore Musumeci ha parlato del: “Miglior regalo di Natale”.
A sbloccare la situazione un viaggio lampo ieri mattina del premier Giuseppe Conte insieme al ministro degli esteri Luigi di Maio che sono volati a Bengasi per assicurarsi dell’avvenuta e reale liberazione dei pescatori siciliani.
“In questi 108 giorni abbiamo cambiato quattro carceri in condizioni sempre più difficili. L’ultimo dove siamo stati era al buio, ci portavano il cibo con i contenitori di metallo. È stato davvero molto complicato: accendevano e spegnevano le luci, a loro piacimento”. Così ha dichiarato all’Ansa Pietro Marrone, capitano della “Medinea”, nel primo contatto via radio dopo la partenza dal porto di Bengasi col suo armatore Marco Marrone, racconta i 108 giorni trascorsi in Libia.
“Abbiamo subito delle umiliazioni, pressioni piscologiche – aggiunge – ma mai violenze. Quando ci hanno detto che era il ‘giorno buono’ non ci abbiamo creduto”.
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