Cronaca

Zen Palermo, il boss faceva la spesa ai poveri: 16 fermi

La mafia ha approfittato della pandemia per affondare i suoi artigli negli strati più poveri della popolazione.

Nel quartiere Zen di Palermo, le famiglie povere che durante il primo lockdown non potevano fare la spesa, facevano capo al capomafia palermitano Giuseppe Cusimano: punto di riferimento per le famiglie indigenti.

Questo è quanto è emerso dall’indagine della Dda di Palermo che oggi ha portato al fermo di 16 tra boss ed estortori del mandamento di Tommaso Natale. Le accusate sono per tutti di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni, danneggiamenti, minacce aggravate, detenzione abusiva di armi da fuoco.

L’indagine è coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e condotta dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo.

“L’operazione antimafia condotta oggi conferma l’importanza di impedire che il crimine organizzato possa sfruttare a proprio vantaggio la grave situazione di disagio economico causata dal covid – ha detto il sindaco Leoluca Orlando.- Ancora una volta è urgente che lo Stato mostri la sua presenza al fianco di cittadini e imprenditori per evitare che i capitali mafiosi diventino strumento per supplire alla carenza di aiuti alle famiglie e alle imprese. Ai Carabinieri, alla Magistratura e a coloro che hanno collaborato alle indagini va la gratitudine per avere smantellato una organizzazione la cui pericolosità è accresciuta proprio dal volersi presentare come paladina di diritti e garante di servizi” conclude.

Tra gli indagati anche un capomafia storico: Giulio Caporrimo che, tornato in libertà a maggio 2019 dopo una lunga detenzione si è ritrovato sotto la nuova leadership di Francesco Palumeri, che aveva preso le redini dell’organizzazione dopo i numerosi arresti disposti con l’inchiesta Cupola 2.0. Ma Caporrimo non avrebbe mai riconosciuto la leadership di Palumeri.

Caporrimo ha quindi deciso di stabilirsi a Firenze per prendere le distanze dall’organizzazione. Tornato a Palermo l’11 aprile del 2020 è però riuscito in poco tempo a riprendere in mano i poteri dell’intero “mandamento”.

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Redazione

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