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Weekend al cinema: “Prince of Persia – Le sabbie del tempo” e “La nostra vita”

Settimana guidata da due titoli patri, uno sul sogno del cinema, l’altro, più in generale, sul desiderio di un’esistenza migliore. Ma ci sono pure la reboante conquista di un’arma magica e un agghiacciante incubo premonitore, nonché un ragionamento d’autore sui labili confini tra verità e finzione.

Il blockbuster del momento (dal 19/5) è Prince of Persia – Le sabbie del tempo, ispirato a un famoso videogioco e diretto dal versatile Mike Newell. Vi si narrano le imprese (non prive di humour) di un giovane (Jake Gyllenhaal) adottato dal re nel VI secolo, impegnato a evitare che un prezioso pugnale in grado di cambiare la storia finisca nelle mani sbagliate. Con Gemma Arterton, Ben Kingsley e Alfred Molina.

In fatto di spettacolarità lo tallona The Final Destination di David R. Ellis, quarto capitolo in 3D della famosa saga sull’irriducibilità della morte. Lo spunto è simile ai precedenti: mentre assiste a una gara automobilistica, un ragazzo (Bobby Campo) presagisce un mostruoso incidente; riavutosi, convince gli amici (Shantel VanSanten, Nick Zano, Haley Webb) a lasciare l’autodromo. Si salvano, ma per quanto?

Un’antitetica elaborazione del lutto è invece al centro del nuovo lavoro di Daniele Luchetti (sceneggiato con Rulli e Petraglia), La nostra vita, ancora Elio Germano protagonista insieme a Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un operaio con figli a carico che per rabbia cambia priorità e obiettivi, mettendosi in guai seri. Unica pellicola nostrana in concorso a Cannes.

Bova, in compagnia di Maria Grazia Cucinotta, Giancarlo Giannini ed Enrico Lo Verso (entrambi avevano già recitato per il regista Gian Paolo Cugno), più Simona Borioni e Anna Safroncik, è anche ne La bella società, vicenda che gravita attorno a due fratelli siciliani (David Coco e Marco Bocci) e ai loro parenti e conoscenti, tra gli anni ’60 e ’80, tra le riprese di un film e, più tardi, i cambiamenti sociali al nord.

Infine, sempre in tema di rappresentazione del reale, il cineasta iraniano Abbas Kiarostami è al timone di Copia conforme, in coproduzione con Francia e Italia. In effetti, è in Toscana che si conoscono uno scrittore (William Shimell), esperto nel discernimento tra opere originali e riproduzioni, e una gallerista transalpina (Juliette Binoche). I due passeggiano e, per un gioco sfuggente, fanno credere di essere sposati.

a cura di Massimo Arciresi
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