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Weekend al cinema: “La doppia ora” e “Motel Woodstock”

È la settimana degli strani incontri, siano essi tra un uomo e una donna misteriosi o tra una guida repressa e un gruppo di turisti, o tra un condottiero e un guerriero, o tra il figlio di albergatori in crisi e i partecipanti al più famoso concerto che si ricordi, o tra una coppia e il suo bebè alato. O tra degli aspiranti ballerini e il successo.

La doppia ora segna l’esordio alla regia di Giuseppe Capotondi, che ha a disposizione due fra gli attori più richiesti del momento: la russa Kseniya Rappoport e Filippo Timi. Della trama, per volontà degli autori, deve trapelare poco. Basti sapere che nell’avvio uno speed date fa conoscere Sonia, originaria di Lubiana, e l’ex-poliziotto Guido.

Federico I di Hohenstaufen, o il Barbarossa (Rutger Hauer), è invece al centro dell’ultimo film di Renzo Martinelli. La fortuita amicizia con il giovane Alberto da Giussano, i sogni di conquista e di espansione, la ferma opposizione dei comuni del nord Italia che diede luogo alla Lega Lombarda. Con Raz Degan, Kasia Smutniak, F. Murray Abraham.

Passiamo alle insoddisfazioni di Nia Vardalos. La simpatica attrice ha l’incarico di portare a spasso i visitatori per Atene e dintorni in Le mie grosse grasse vacanze greche di Donald Petrie. Sarà proprio uno di loro (Richard Dreyfuss) a scuoterla dal torpore esistenziale, indicandole scelte più coraggiose.

L’eclettico Ang Lee si muove pure dalle parti della commedia, ma con qualche fondamento storico. Motel Woodstock racconta l’incredibile vicenda che portò alla deviazione del celeberrimo raduno di hippies, giunti da ogni dove per ascoltare i loro cantanti favoriti. La famiglia proprietaria del piccolo hotel: Demetri Martin, Henry Goodman e Imelda Staunton.

Remake è Fame – Saranno famosi. Più vicino alla serie tv che all’originale di Alan Parker che la originò 29 anni fa, questo aggiornamento di Kevin Tancharoen è ovviamente incentrato su alcuni zelanti studenti della School of Performing Arts determinati a sfondare. Nel corpo insegnante si riconoscono Charles S. Dutton, Kelsey Grammer e Bebe Neuwirth.

Per finire, l’ultimo lavoro di François Ozon, Ricky – Una storia d’amore e libertà, con Arthur Peyret nel ruolo del titolo e Alexandra Lamy e Sergi López nei panni dei suoi genitori. S’immagina che dall’amore tra due operai nasca una sorta di angioletto. Le sue ali funzionano. Che fare: nasconderle o esporsi all’invadenza del mondo esterno?

a cura di Massimo Arciresi

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