Ultim’ora: scuole aperte pure a giugno, le vacanze posticipate definitivamente | Studenti e professori in lacrime

Banchi
Banchi – fonte pexels – sicilianews24.it

Questa novità potrebbe cambiare la abitudini estive di tante persone.

Le vacanze estive scolastiche rappresentano il periodo di pausa più lungo dell’anno per studenti e insegnanti. Generalmente iniziano a metà giugno, subito dopo la conclusione delle lezioni, e terminano intorno alla seconda settimana di settembre. Le date precise variano leggermente da una regione all’altra, poiché ogni calendario scolastico è stabilito a livello regionale, ma il periodo complessivo è simile in tutto il Paese.

Durante questi mesi, le scuole rimangono chiuse per le attività didattiche ordinarie, ma non sempre completamente inattive. Molti istituti ospitano esami di recupero per gli studenti con carenze, attività di manutenzione e, in alcuni casi, corsi estivi o centri estivi organizzati da enti locali. In particolare, le scuole secondarie superiori prevedono sessioni di esami a settembre per chi ha sospensioni del giudizio.

Per gli studenti che concludono cicli scolastici — come la terza media o l’ultimo anno delle superiori — il calendario si prolunga: devono affrontare gli esami di Stato, che si tengono a partire da metà giugno e possono protrarsi fino a inizio luglio. Anche per loro, però, l’estate resta un periodo di libertà più ampio rispetto al resto dell’anno.

Le vacanze estive sono un momento atteso, ma anche discusso: c’è chi ritiene che la lunga interruzione penalizzi la continuità dell’apprendimento. Negli ultimi anni si è parlato di introdurre un calendario più distribuito, ma per ora l’estate scolastica italiana resta un classico di tre mesi di pausa.

Una proposta contro l’estate infinita

L’estate è tradizionalmente vista come un periodo di svago, ma per molte famiglie italiane rappresenta un problema pratico e costoso. Con tre mesi di scuole chiuse, i genitori lavoratori si trovano a dover organizzare attività alternative per i figli, tra campi estivi dai costi elevati e nonni non sempre disponibili. Questo squilibrio ha riacceso, qualche tempo fa, il dibattito su una vecchia proposta: riformare il calendario scolastico italiano.

Francesca Fiore, co-fondatrice del progetto Mammadimerda, insieme a WeWorld Onlus, aveva lanciato su change.org la petizione “Ristudiamo il calendario”, sottolineando come il modello attuale, con la pausa estiva più lunga d’Europa, sia anacronistico. Nata per esigenze agricole ormai superate, questa interruzione di quasi tre mesi non rispecchia più la realtà delle famiglie contemporanee né le necessità educative degli studenti.

Scuola
Scuola – fonte pexels – sicilianews24.it

Ridistribuire il tempo: ecco la nuova teoria

Secondo Fiore, i 200 giorni scolastici concentrati tra settembre e giugno generano stanchezza e cali di rendimento, mentre una redistribuzione più equilibrata consentirebbe di mantenere attive le scuole a giugno e settembre, alleggerendo il carico didattico e offrendo corsi estivi accessibili. Una soluzione che aiuterebbe anche a contenere il “Summer Learning Loss”, ovvero la perdita di apprendimento che colpisce molti studenti dopo lunghi mesi di inattività.

Nonostante alcune resistenze, soprattutto da parte del personale scolastico, la proposta non intende aumentare i giorni complessivi di lezione, ma solo riorganizzarli. Fiore ha evidenziato che una scuola più aperta e flessibile potrebbe giovare anche agli insegnanti precari, spesso vittime del turnover stagionale. Anche se la petizione non ha portato a cambiamenti immediati, il tema resta attuale e sentito.