Ultim’ora: autorizzato il primo BONUS “per soli polentoni” | Lo prendono solo al nord: il sud è escluso definitivamente

Questa novità potrebbe stravolgere la vita di molti.
La diatriba tra “polentoni” e “terroni” è un’espressione gergale e semiseria che descrive il contrasto culturale e territoriale tra il Nord e il Sud Italia. Affonda le sue radici nel processo di unificazione nazionale e si è alimentata nel corso dei decenni a causa di squilibri economici, migrazioni interne e pregiudizi reciproci. I termini, nati come insulti, sono stati spesso riappropriati in chiave ironica o identitaria.
Il Nord, identificato con l’industria, il lavoro e l’efficienza, ha spesso guardato al Sud con un misto di paternalismo e diffidenza, mentre il Sud ha vissuto l’emigrazione forzata e il pregiudizio come ferite profonde. Le migrazioni dal Meridione verso le città del Nord, soprattutto tra gli anni ’50 e ’70, hanno accentuato le tensioni sociali e culturali, alimentando stereotipi ancora oggi presenti nel linguaggio comune.
Negli ultimi decenni, il divario economico tra le due aree non si è colmato del tutto, e spesso il dibattito politico ha sfruttato queste differenze per fini elettorali. Tuttavia, la società italiana sta lentamente cambiando: nuove generazioni, più mobili e connesse, tendono a superare i vecchi dualismi.
Nonostante tutto, la contrapposizione tra “polentoni” e “terroni” resta un elemento ricorrente nell’immaginario collettivo, talvolta usato nei media o nella comicità per rappresentare le differenze regionali. Affrontarla con consapevolezza storica e rispetto reciproco può trasformarla in uno spunto di riflessione sull’identità e sull’unità nazionale.
Tasse alle stelle: le imprese più tartassate non sono al Nord
Uno studio recente sul Total Tax Rate (TTR) in Italia rivela un dato sorprendente: nelle prime nove posizioni per pressione fiscale sulle imprese non compare alcuna regione del Nord. Le province più colpite sono Agrigento, Biella, Vercelli e Roma, dove le aziende si trovano a pagare oltre il 53% dei ricavi in imposte. A incidere sono soprattutto l’IRAP regionale, l’addizionale IRPEF e la tassazione sugli immobili produttivi. Il Sud e alcune zone del Centro risultano quindi le aree dove fare impresa è fiscalmente più gravoso.
Milano, per esempio, pur essendo un centro economico di rilievo, si colloca sotto la soglia del 52%, mentre Bolzano, Trento e Gorizia – tutte del Nord – figurano tra le province con il TTR più basso, tra il 46% e il 48%. Questo crea un paradosso interessante in termini di competitività territoriale.

Un bonus implicito per il Nord?
Se consideriamo che oltre la metà del tessuto imprenditoriale italiano è concentrato nel Nord, questa disparità fiscale rappresenta di fatto un bonus implicito per gli esercenti settentrionali. Pur senza misure dichiaratamente selettive, la minore pressione fiscale offre un vantaggio competitivo a chi opera in quelle aree.
Queste condizioni più favorevoli potrebbero contribuire a rafforzare ulteriormente il divario tra le due Italie, rendendo ancora più difficile la crescita stabile delle imprese nel Mezzogiorno. Una riflessione necessaria per chi disegna le politiche economiche del Paese.