Ultim’ora: arriva il Coprifuoco per le Piscine Italiane | “Vietato fare il bagno a quest’ora”: scattano multe indicibili

Occhio a questa novità, potrebbe cambiare molte cose.
Le piscine in Italia sono regolate da normative nazionali e regionali che ne disciplinano la costruzione, la gestione e l’utilizzo. Esistono strutture pubbliche e private: le prime gestite da comuni o enti sportivi, le seconde da società o associazioni. L’accesso può avvenire tramite biglietto giornaliero, abbonamento mensile o stagionale, o iscrizione a corsi di nuoto e attività sportive. Gli orari e le modalità d’ingresso variano a seconda della struttura e della stagione, con aperture estese in estate e orari più ridotti in inverno.
Ogni piscina deve rispettare stringenti norme igienico-sanitarie: l’acqua viene trattata con cloro o altri disinfettanti e sottoposta a controlli regolari per garantire sicurezza agli utenti. È obbligatorio fare la doccia prima di entrare in vasca e l’uso della cuffia è spesso richiesto. I bambini piccoli devono utilizzare costumi contenitivi, e in molte strutture è presente il bagnino, figura obbligatoria per la sicurezza in acqua.
Le piscine possono essere coperte o scoperte, a uso sportivo, ricreativo o terapeutico. Oltre al nuoto libero, molte strutture offrono corsi per tutte le età: acquagym, nuoto neonatale, riabilitazione in acqua, pallanuoto e sincronizzato. Alcune piscine, specialmente quelle all’aperto, includono scivoli, aree relax e bar, rendendole veri e propri centri di aggregazione estiva.
L’apertura di una piscina richiede autorizzazioni sanitarie, urbanistiche e tecniche. I controlli sono affidati ad ASL e autorità locali, che verificano il rispetto delle normative vigenti, fondamentali per garantire un ambiente sicuro e conforme per tutti gli utenti.
Piscina sotto manutenzione: il coprifuoco deve essere obbligatorio
Doveva essere una mattinata di svago in piscina, ma si è trasformata in un incubo per cinque bambini, quattro dei quali fratelli. È accaduto lunedì mattina in un circolo privato nel quartiere Borghesiana, a Roma. A causa della fuoriuscita accidentale di cloro da alcune bocchette, i piccoli hanno iniziato ad avvertire malori durante il bagno. Un bambino di 9 anni è ora ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Umberto I: le sue condizioni sono gravi e non risponde ai trattamenti farmacologici. Rischia danni neurologici irreversibili per via dell’esposizione prolungata al cloro. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per lesioni gravissime.
L’allarme è partito da uno dei bambini: «Mamma, l’acqua è gialla». Altri quattro minori, di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, sono stati soccorsi per irritazioni cutanee e problemi respiratori. Due sono stati dimessi, altri due ricoverati. Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente è avvenuto in una fascia oraria in cui la piscina era probabilmente in fase di manutenzione o trattamento dell’acqua: un momento critico in cui l’accesso dovrebbe essere assolutamente interdetto, perché eventuali errori possono avere conseguenze estremamente gravi.

Cloro e sostanze pericolose: bisogna seguire la regola
La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) lancia l’allarme: in Italia aumentano le intossicazioni da sostanze chimiche nelle piscine. I prodotti usati per la disinfezione – come ipoclorito di sodio, acido solforico e cloroisocianurati – sono altamente corrosivi e, se mescolati male, possono liberare cloro gassoso, un agente tossico per inalazione.
Il presidente Sima, Alessandro Miani, ricorda che anche pochi minuti di esposizione possono provocare ustioni interne, difficoltà respiratorie e danni permanenti. In caso di errore durante le operazioni di manutenzione, specialmente in ambienti chiusi, il rischio per bambini e frequentatori è altissimo. Un episodio che richiama alla massima attenzione sulla gestione delle piscine e sul rispetto rigoroso delle norme di sicurezza.