Ultim’ora: addio alla TARI per gli abitanti della Sicilia | “La monnezza non dovete più pagarla”: è una manna dal cielo

Il problema dei rifiuti è sempre attuale in Sicilia.
La TARI (Tassa sui Rifiuti) è il tributo destinato a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. In Sicilia, come nel resto d’Italia, è dovuta da chiunque possieda o detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti. La tassa è gestita dai singoli Comuni, che ne stabiliscono le tariffe annuali in base al Piano Economico Finanziario (PEF) del servizio di igiene urbana.
La TARI si compone di una quota fissa e una quota variabile. La prima è legata alla superficie dell’immobile e ai costi generali del servizio (es. trasporto, smaltimento), mentre la seconda tiene conto del numero di occupanti o del tipo di attività svolta, nel caso delle utenze non domestiche. In Sicilia, a causa delle differenze nella qualità e nell’efficienza del servizio tra i Comuni, le tariffe possono variare anche in modo significativo da una città all’altra.
Alcuni Comuni siciliani prevedono agevolazioni o esenzioni parziali per le famiglie a basso reddito, gli anziani soli o i soggetti con disabilità. Inoltre, in alcuni casi, è possibile ottenere riduzioni in base alla produzione effettiva di rifiuti o alla pratica del compostaggio domestico.
Il pagamento della TARI avviene solitamente tramite avviso inviato dal Comune o dal gestore del servizio, con una o più scadenze annuali. In caso di mancato pagamento, l’importo può essere iscritto a ruolo e riscossione coattiva.
TARI 2025: tutte le info
La TARI resta obbligatoria anche se il cittadino non usufruisce del servizio. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha chiarito che se il Comune non garantisce una raccolta regolare e continuativa, è possibile richiedere una riduzione fino al 40% dell’importo (con uno sconto del 60% rispetto all’importo ordinario). Tale riduzione può essere concessa solo se il disservizio è prolungato e imputabile al Comune, non per casi isolati o occasionali.
In presenza di gravi disservizi, il cittadino può prima inviare una diffida al Comune e, se la situazione non migliora, presentare un esposto alla Procura allegando foto o video come prova. Le sentenze della Cassazione, come la n. 19767/2020 sul caso del Comune di Nola, hanno stabilito che la TARI è dovuta anche se il servizio non viene utilizzato, ma non se viene erogato in modo inefficiente al punto da privare l’utente del beneficio.

Il metodo geniale per non pagare la TARI
Il principio ribadito è che il tributo è legittimo solo se il servizio, pur generale, produce un beneficio alla collettività.
La sentenza n. 21508/2005 ha sottolineato che non si può pretendere il pagamento integrale della TARI se il servizio è inesistente o gravemente carente, perché ciò andrebbe contro il sistema stesso di ripartizione dei costi. In sintesi, la TARI è dovuta, ma non incondizionatamente.