Ufficiale: ecco la tassa per le donne italiane | Da pagare a qualsiasi età: nessun limite anagrafico

Un provvedimento difficile da capire, eppure è così.
Accanto alle imposte classiche come IRPEF, IVA e IMU, esistono anche tasse che possono sembrare decisamente curiose o fuori dal comune. Una tra le più singolari è la tassa sull’ombra, applicata da diversi comuni italiani ai negozi che espongono tende o insegne che proiettano ombra sul suolo pubblico. Anche pochi centimetri di stoffa possono far lievitare la bolletta comunale, in base alla superficie occupata, all’area cittadina e al tempo di esposizione.
Un’altra tassa bizzarra è quella relativa al permesso di detenzione del televisore. Anche se non si possiede una TV ma un computer o uno smartphone con connessione internet, si può essere soggetti al pagamento del canone RAI, considerato un’imposta sul possesso di un apparecchio atto a ricevere segnali televisivi, più che sul reale utilizzo.
Chi possiede un’insegna luminosa, anche se non la accende mai, deve pagare la tassa sulla pubblicità. Questa imposta colpisce esercizi commerciali e professionisti per qualunque messaggio visibile al pubblico, anche solo per il nome scritto sopra la porta. In certi comuni, l’imposta scatta persino per adesivi o vetrofanie visibili dalla strada.
C’è la tassa sui passi carrabili, ovvero l’accesso da una proprietà privata alla strada pubblica. Anche se si tratta solo di uno scivolo o di un cancello, in molti casi va dichiarato e tassato, anche quando non si utilizza regolarmente. Un panorama variegato che dimostra come in Italia anche l’ombra, una scritta o una rampa possano avere un prezzo.
Il costo di crescere un figlio
In Italia, crescere un figlio fino ai 18 anni ha un costo significativo, aggravato dalla carenza di servizi pubblici e dal peso che ricade quasi interamente sulle famiglie. Secondo Moneyfarm, la spesa media si aggira intorno ai 139.500 euro, considerando più di 150 voci di spesa. Federconsumatori riporta una cifra ancora più alta: circa 175.600 euro, ma il dato può arrivare fino a quasi 289.000 euro per famiglie con redditi superiori a 70.000 euro l’anno. Le spese principali riguardano beni essenziali: casa, cibo, scuola, sanità.
A incidere sono poi le spese “extra”, come sport, attività artistiche, vacanze studio, dispositivi elettronici e abbonamenti. Queste scelte, spesso considerate opzionali, diventano quasi obbligatorie in una società che impone standard sempre più elevati per lo sviluppo dei figli, creando un carico economico ulteriore.

La “tassa rosa” nascosta: la pagano le donne
Dati internazionali mostrano come, a parità di condizioni, crescere una bambina costi più che crescere un maschio. Si tratta di una sorta di tassa invisibile per sole donne, frutto di aspettative culturali e stereotipi di genere. Secondo MoneyTips, il costo extra mensile per una bambina è di circa 80 dollari, ovvero oltre 17.000 in 18 anni. Sainsbury’s Bank stima un surplus annuo fino a 600 sterline.
Il motivo? Alle bambine si richiedono più abiti, più prodotti di bellezza, più attività “femminili”. Con l’adolescenza, le pressioni sociali aumentano, così come le spese. Non è la biologia a determinare il costo, ma la cultura che la interpreta, trasformando il genere in un fattore economico discriminante fin dalla nascita.