Cronaca

Suolo pubblico e fine emergenza, corsa per le concessioni

“Dal 31 marzo centinaia di commercianti palermitani ai quali per il covid il Comune ha concesso autorizzazioni di suolo pubblico in deroga al regolamento si potrebbero ritrovare loro malgrado fuori legge se il governo decreterà la fine dello stato di emergenza. Per scongiurare questo rischio l’amministrazione Orlando adotti al più presto una delibera di giunta che proroghi la deroga al regolamento, dando così modo e tempo ai commercianti e agli uffici del Suap di potere regolarizzare le nuove concessioni, compensando nel frattempo i mancati introiti del suolo pubblico con le risorse del decreto ristori”.

E’ la proposta di Alessandro Anello, consigliere comunale e vice presidente della commissione consiliare Attività produttive, all’assessore Cettina Martorana nel corso di una riunione in commissione.

“Le concessioni – spiega Anello – scadono il novantesimo giorno successivo dalla fine del periodo emergenziale, ma questa norma non è coordinata quella che prevede la gratuità del suolo pubblico fino al 31 marzo. Questo vorrebbe dire, teoricamente, che dal primo aprile pur essendo le concessioni di fatto prorogate di 90 giorni, cioè fino al 30 giugno, i commercianti dovrebbero comunque pagare il Cup, il canone unico patrimoniale che dal luglio scorso ha sostituito la Tosap (la tassa per l’occupazione di suolo pubblico) e la tassa sui rifiuti per i mercati rionali, le fiere e le sagre.

Per fare questo gli uffici comunali dovrebbero comunicare con gli interessati, che sono centinaia e centinaia, ma non prima di avere quantificato il canone da pagare. Peccato, però, che ancora non esista il programma informatico per determinarlo. E comunque fra il 31 marzo e il 30 giugno gli uffici dovrebbero anche predisporsi per i rinnovi delle concessioni che scadrebbero tutte insieme, contemporaneamente. Per affrontare uno scenario così complesso – conclude Anello – auspico che l’assessore Martorana in nome di una sana e responsabile programmazione adotti le più opportune decisioni per tempo, senza arrivare al novantesimo giorno, partendo da quella che ritengo la cosa più importante da fare: una deroga al regolamento sostenuta nella fattibilità dai fondi del decreto ristori nell’interesse delle attività produttive stremate da due anni di pandemia”.   

Redazione

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