Quando il vaccino diventa internazionale. Ines Cainer è una splendida 84enne argentina, da tempo cittadina italiana e orgogliosamente palermitana. Scrive libri sul Sudamerica (e non solo): ha percorso tutto il continente per raccontarlo. In Italia è arrivata negli anni Ottanta, mentre il suo Paese viveva ancora la ferita aperta dei desaparecidos.
Il 22 maggio si è vaccinata contro il Coronavirus alla Fiera del Mediterraneo; grazie a lei hanno potuto immunizzarsi anche Cristina Palazzolo e Simin Ighani, palermitane di 27 e 39 anni. Simin lavora in banca e ha origini persiane: molti anni fa il padre si è trasferito a Palermo, innamorato di una città diventata la sua e della sua famiglia.
Un vaccino per tre continenti – America, Europa e Asia – in un hub dal nome simbolico come la Fiera del Mediterraneo, mare che unisce, crocevia di culture. A renderlo possibile è stata l’iniziativa della Regione Siciliana “Proteggi te e i nonni”. L’idea è spingere over 80 e over 18 insieme verso un obiettivo comune: proteggersi. Insieme.
Si può partecipare fino al 23 maggio. Basta aver compiuto 18 anni, accompagnare un ultraottantenne a vaccinarsi (anche se non si è legati da vincoli di sangue) e aderire alla somministrazione di un siero a vettore adenovirale, il monodose Johnson & Johnson o Vaxzevria, nuovo nome del vaccino AstraZeneca.
Gli anziani riceveranno invece la dose di un vaccino a mRna, Pfizer o Moderna. Gli accompagnatori over 18 possono essere anche più di uno e non serve prenotazione. Un’opportunità importante, specie per i più giovani, per vaccinarsi in tempi brevi: per il commissario Covid di Palermo Renato Costa l’esperienza è da ripetere.
Cristina ha conosciuto Ines tramite un amico in comune; sapendo dell’iniziativa regionale, non ci ha pensato un attimo a contattarla e a coinvolgere la collega e amica Simin che, da trentanovenne, non rientrava per un soffio nel target della campagna vaccinale. Così ha approfittato di “Proteggi te e i nonni”: “Credo nella scienza e nell’importanza del vaccino – afferma Simin -. È l’unico modo per uscirne presto e tornare alle nostre vite”.
Anche Ines adesso è vaccinata e felice: “Abbiamo fatto qualcosa di importante per noi stesse e per l’umanità oggi. L’organizzazione è stata impeccabile, da grande città quale è Palermo, troppo spesso criticata”.
“Ci stiamo salvando la vita a vicenda – dice Cristina, un amore incondizionato per il sindacato e la politica, laureata in Commercio internazionale e financial advisor junior presso un rinomato istituto di credito -. Essendo troppo giovane non avrei potuto vaccinarmi e quello di oggi per me è stato un grande regalo: ad agosto mi sposo. Avevo paura di non riuscire a immunizzarmi in tempo per il mio matrimonio. Il vaccino, poi, mi ha dato modo di conoscere Ines, una nuova amica speciale: abbiamo molte idee in comune. In lei vedo la me del futuro”.
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