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Sebastiano Riso vittima di aggressioni omofobe, per il regista prognosi di 10 giorni

Sebastiano Riso, il regista di Una famiglia aggredito e vittima di insulti omofobi. Il film tratta il tema controverso della pratica dell’utero in affitto e racconta la storia di una coppia (interpretata da Micaela Ramazzotti e Patrick Bruel) che fa figli per venderli clandestinamente.

Sebastiano Riso, nel pomeriggio di lunedì 2 ottobre, alle ore 17:00 circa, è stato aggredito nell’androne della sua abitazione romana. Portato al pronto soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina, i medici hanno riscontrato una contusione della parete toracica addominale e un trauma della regione zigomatica con edema alla cornea. La prognosi è di 10 giorni. Gli hanno urlato insulti omofobi e l’hanno aggredito nell’androne della sua casa di Roma.

La dichiarazione di Sebastiano Riso

“Sul viso, nello stomaco e all’altezza dello sterno. Ieri sono stato colpito tre volte, e tre volte mi sento attaccato: come omosessuale, come regista e come persona. Come omosessuale perché, mentre mi colpivano, mi rivolgevano insulti omofobi. Come regista e come persona perché quegli insulti facevano riferimento a tematiche affrontate nel mio ultimo film, come la possibilità per le coppie gay di formare una propria famiglia, e perché la violenza è stata esercitata contro la mia inclinazione a esprimere me stesso anche e soprattutto attraverso il mio lavoro”, ha raccontato Riso.

Gli aggressori, due uomini, gli hanno urlato insulti omofobi, con chiaro riferimento ad alcuni contenuti del suo film, nelle sale dal 28 settembre. Una famiglia, presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, affronta il controverso tema dell’utero in affitto, calato nella situazione italiana.

Michela Ramazzotti must dei film di Riso

Micaela Ramazzotti aveva lavorato anche nel film d’esordio del regista, Più buio di mezzanotte, presentato a Cannes nel 2014. Ambientato a Catania, è la storia di Davide, un quattordicenne che vorrebbe esser nato donna. In conflitto con il padre fugge di casa e cerca rifugio nella comunità di emarginati di Villa Bellini, il più grande parco della città

Paola Chirico

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