E’ accusato di essere lo scafista di un’imbarcazione carica di migranti. La polizia e la Guardia di Finanza hanno individuato e sottoposto a fermo un cittadino del Niger. Il suo nome è Didea Obi, di 22 anni.
I fatti: ieri è giunto al porto di Palermo il rimorchiatore italiano Vos Thalassa, con a bordo 1.042 migranti e 7 salme “raccolti” in acque internazionali nel corso di più operazioni di salvataggio.
Tra gli oltre 1.000 migranti, aveva tentato di confondersi e di celare il suo reale ruolo anche un cittadino del Niger che gli investigatori della Squadra Mobile, del Nucleo di Polizia Tributaria e della Stazione Navale della Guardia di Finanza hanno, invece, scovato.
Era, in realtà, uno “scafista”, privo di scrupoli ed appartenente ad un’organizzazione criminale, dedita a favorire l’illegale ingresso di stranieri nel territorio italiano.
Poliziotti e finanzieri hanno sviluppato le preliminari informazioni raccolte al porto di Palermo ed hanno completato il quadro probatorio a carico dell’indagato, sentendo a verbale decine di migranti ed individuando numerosi testimoni.
Le informazioni raccolte hanno consentito di ricostruire, nel dettaglio, le modalità del viaggio iniziato dalle coste libiche, delineando uno spaccato purtroppo non inedito, di soprusi e privazioni, che ad ogni sbarco si arricchisce di particolari sempre più agghiaccianti.
I migranti hanno raccontato di avere trascorso lunghi mesi di privazioni e malversazioni all’interno di campi base sulle coste libiche prima di essere trasferiti su imbarcazioni fatiscenti e di fortuna fatte partire per l’Italia.
Il trasporto dei migranti dal campo base all’imbarcazione sarebbe avvenuto di notte all’interno dei cassoni di furgoni frigoriferi, forse per sfuggire allo sguardo indiscreto dei cittadini presenti lungo l’itinerario da percorrere.
I migranti, infine, avrebbero completato il loro racconto, descrivendo le difficili condizioni del loro viaggio sull’imbarcazione, indicandone lo “scafista” e chiarendone il ruolo.
Il fermato, che è accusato di avere condotto una delle imbarcazioni i cui migranti sono confluiti nei 1042 tratti in salvo, è stato condotto presso la Casa Circondariale “Pagliarelli”.
Nell’ambito dell’attività di identificazione dei migranti, gli investigatori hanno notato, altresì, la presenza di uno straniero che si distingueva dagli altri per la conoscenza della lingua italiana e per un abbigliamento più curato.
Dai conseguenti riscontri è emerso come sul conto dello straniero, identificato in Youssef Maazouzi, marocchino del ‘78, pendessero due condanne definitive per spaccio di stupefacenti, reati verificatisi all’interno del territorio nazionale.
Maazouzi è stato, pertanto, condotto presso la Casa Circondariale “Pagliarelli”.
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