Una tradizione è una tradizione e per i palermitani Santa Lucia è da sempre una festa sacra e profana. E’ il giorno in cui nessuno rinuncia ad assaggiare un’arancina, rigorosamente con la A, ma anche la cuccìa, dolce tipico di questa festa.
La tradizione vuole che i palermitani le siano devoti perchè nel 1646 il popolo era affamato da una terribile carestia e proprio nel giorno della sua festa e dopo le tante preghiere, giunse al porto della città una nave carica di grano.
I palermitani erano però tanto affamati che mangiarono il grano bollito e condito solo con dell’olio. Fu così che nacque la cuccìa dolce o salata.
Quest’anno Santa Lucia cade di domenica in una giornata piovosa, e soprattutto in piena pandemia da coronavirus, in mezzo cioè a numerose regole e limitazioni. Ma in barba a tutte le restrizioni i palermitani si sono messi tutti in fila, dalle prima ore del mattino, sfidando il freddo, la pioggia e i controlli (pochi o nulli).
A questo punto non ci resta che sperare che Santa Lucia sia ancora clemente con un popolo che le è tanto devoto e ci salvi da una terza ondata di coronavirus nonostante gli assembramenti di oggi, in nome suo è dell’arancina.
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