Redditi mai dichiarati, sequestro di beni ad un cantante neomelodico

Il cantante neomelodico Daniele De Martino, nome d’arte di Antonino Galluzzo, è finito al centro di un’indagine della Guardia di Finanza per evasione fiscale. Nato nel 1995 e originario della borgata palermitana di Romagnolo, De Martino ha sempre raccontato nelle sue canzoni la vita carceraria e non ha mai nascosto le sue posizioni critiche nei confronti dei pentiti di mafia e del regime carcerario del 41 bis.

Secondo gli inquirenti, tra il 2018 e il 2021 avrebbe omesso di presentare la dichiarazione dei redditi, nonostante la sua attività musicale gli avesse fruttato centinaia di migliaia di euro. Le Fiamme Gialle, che questa mattina hanno perquisito la casa dei suoi genitori a Palermo e la sua abitazione in Campania, hanno ricostruito che in quel periodo si è esibito 687 volte tra concerti ed eventi privati, incassando somme considerevoli senza dichiararle al fisco.

L’operazione della Finanza ha portato al sequestro di beni per un valore di 220mila euro, tra cui orologi Rolex, gioielli e denaro contante. Anche il padre del cantante è stato denunciato: avrebbe percepito indebitamente 40mila euro di reddito di cittadinanza tra il 2019 e il 2022, dichiarando falsamente che il figlio fosse disoccupato.

Non è la prima volta che De Martino finisce sotto i riflettori per questioni non legate alla musica. In passato, il questore di Latina gli aveva vietato di esibirsi in pubblico e di frequentare persone ritenute socialmente pericolose, motivando il provvedimento con il contenuto delle sue canzoni, che esprimerebbero solidarietà all’ambiente mafioso e attacchi ai collaboratori di giustizia.

Nonostante i divieti, il cantante ha continuato a promuovere i suoi concerti sui social, spesso esibendosi in feste private e serate pagate in nero. Proprio dai suoi profili, dove compare in compagnia di noti esponenti mafiosi o durante esibizioni in eventi legati alla criminalità organizzata, gli investigatori sono riusciti a ricostruire i compensi percepiti: quasi 850mila euro in sei anni, senza mai aprire una partita IVA.