ROMA (ITALPRESS) – “La governance del Recovery? Un colossale fraintendimento”. Lo dice il premier Giuseppe Conte, in un colloquio con alcuni quotidiani, tra cui il Corriere della Sera, dopo il voto di ieri sera in Senato.
“Non possiamo permettere che la dialettica politica ci faccia precipitare in una condizione sterile di distacco dalle urgenze del Paese. Questo interrogarci chiassoso tra noi non ha significato, mentre i cittadini attendono e le sfide corrono”, sottolinea Conte, in merito alle fibrillazioni nella maggioranza.
Il premier chiarisce che la “struttura di missione” sul Recovery Plan “avrà compiti di monitoraggio ma non sottrarrà potere e competenze ai ministeri”. E spiega: “La politica non verrà commissariata, dobbiamo assicurare tempi certi e velocità. Dovrebbe solo essere prevista una clausola di salvaguardia nel caso in cui le amministrazioni centrali non possano intervenire per esercitare i poteri sostitutivi”.
Ma sulla struttura non ci saranno marce indietro: “I responsabili di missione resteranno”. E la task force di 300 esperti? “Non c’è scritto da nessuna parte quanti dovranno essere, comunque serve una struttura che assicuri il monitoraggio dei cantieri e il rispetto dei tempi – dice ancora il premier -. Tutto ciò non andrà in manovra ma in un apposito decreto legge – proprio come chiede Renzi – Troveremo la formula giusta nella sede propria, governo e Cdm”.
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