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Ragusa, intitolate a sacerdoti ragusani due vie di Marina di Ragusa

di redazione

Marina di Ragusa (RG), 22 mag – Ieri pomeriggio si sono svolte due cerimonie di intitolazione di vie a Marina di Ragusa, in contrada Castellana vecchia sua via Porto Venere. L’ex via 458 è stata intitolata a padre Francesco Di Martino, primo parroco della chiesa di S. Maria di Portosalvo dove rimase dal 1943 fino alla sua morte nel 1962, mentre l’ex via 446 è stata intitolata a padre Emanuele Muccio di cui quest’anno ricorre il centenario della morte avvenuta nel 1912. Presenti alle due cerimonie il vicesindaco Giovanni Cosentini, che ha evidenziato l’importanza dell’esempio di vita di questi due concittadini per la storia della comunità di Marina di Ragusa, il questore di Ragusa Filippo Barboso, l’assessore Venerando Suizzo, il collaboratore del sindaco per le problematiche di Marina di Ragusa Angelo La Porta, i parenti dei due sacerdoti. A compiere il rito di benedizione l’attuale parroco della chiesa di S. Maria di Portosalvo Mauro Nicosia. Padre Francesco Di Martino nacque a Ragusa il 23 novembre del 1911. Primo di 8 figli, a 11 anni entrò nel seminario di Siracusa dove venne ordinato sacerdote nel 1936. Sin dall’inizio del suo ministero presso la parrocchia di Marina di Ragusa dovette affrontare il disorientamento della comunità causato dalle vicende belliche in corso e le terribili conseguenze sulla popolazione. Intensificò le attività dell’Azione Cattolica, formò le ‘cooperative’ degli artigiani, dei contadini e dei pescatori, distribuiva alle famiglie in difficoltà i viveri forniti dalla Pontificia Opera Assistenza, fornì la chiesa di nuovi paramenti, promosse la costruzione dell’asilo Sant’Antonio, fece costruire il battistero con il campanile. Nel 1955 padre Di Martino fece affrescare l’abside della chiesa (che fu consacrata nel 1952 alla Madonna di Portosalvo da Mons. Francesco Pennisi) dal pittore ragusano Salvatore Cascone. Padre Emanuele Muccio nacque a Ragusa il 24 dicembre 1835. Il padre (Francesco Muccio) svolgeva la professione di falegname, la madre Francesca Cilia era casalinga. Nel 1872 venne mandato dalla diocesi di Siracusa nella borgata di Mazzarelli in qualità di cappellano missionario sino al 1907. Il centro della sua attività fu la piccola chiesetta eretta nel 1800 dove ora si trova il monumento ai caduti della Prima guerra mondiale. Fu anche maestro e ricordato per la profonda bontà e intelligenza.

Redazione

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