Revocati gli arresti domiciliari nei confronti di Mario Li Castri, uno dei 10 imputati del processo «Giano bifronte», sulle speculazioni edilizie e la corruzione di politici nel Comune di Palermo. Lo ha riportato il Giornale di Sicilia. La decisione è stata presa dalla terza sezione del tribunale di Palermo a causa della scadenza dei termini di custodia.
I giudici hanno accolto la richiesta presentata dalla stessa procura in seguito alla tesi dell’avvocato Marcello Montalbano che ha mostrato come Li Castri dovesse essere scarcerato il 29 agosto scorso.
L’ex dirigente di Palazzo delle Aquile dovrà stare però lontano dalla città con divieto di dimora per possibile recidività visto che è considerato personaggio chiave dell’indagine e capo della cricca che avrebbe gestito gli malaffari.
Stessa misura nei confronti del costruttore Giovanni Lupo, titolare della Biocasa, l’impresa che sarebbe stata agevolata dal gruppo, e per l’ex consigliere Giovanni Lo Cascio, del Pd, ex presidente della commissione urbanistica del Consiglio comunale del capoluogo siciliano.
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