ROMA (ITALPRESS) – “Le proiezioni per i prossimi anni, seppur circondate da un’incertezza senza precedenti, suggeriscono che nel nostro Paese il Pil non recupererà il livello registrato alla vigilia dello scoppio della pandemia prima della seconda metà del 2023.
Ancor più tempo sarà necessario per riuscire a tornare ai valori del 2007, precedenti la doppia recessione causata dalla crisi finanziaria globale e da quella dei debiti sovrani dell’area dell’euro. Si tratterà, quindi, di un sostanziale ristagno dell’attività economica nel complesso di circa un ventennio, dopo un lungo periodo, peraltro, di crescita in media già debole”. Cosi’ il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso della lectio magistralis per l’inaugurazione dell’anno accademico 2020-2021 del Gran Sasso Science Institute dell’Aquila.
“Per comprendere le ragioni di questo deludente andamento dell’economia italiana – ha aggiunto -, è necessario riflettere sulle determinanti della produttività delle imprese e sulle conseguenze dei grandi cambiamenti avvenuti a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, in particolare l’accelerazione del progresso tecnologico e il processo di integrazione internazionale dei mercati. A tali cambiamenti l’Italia non ha saputo far fronte, accumulando gravi ritardi”.
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