“Pensione di vecchiaia a 78 anni”. è UFFICIALE per tutti gli italiani | Cambia l’età già da oggi

In Italia si va in pensione ad un’età sempre maggiore, ma quando realmente si diventa “vecchi”? Tutto quello che devi sapere. 

Il sistema pensionistico italiano si basa principalmente su un modello a ripartizione, dove i contributi versati oggi dai lavoratori attivi finanziano le pensioni di chi è già in quiescenza. È un sistema complesso, evolutosi nel tempo per affrontare le sfide demografiche e finanziarie.

Per andare in pensione di vecchiaia, il requisito standard è il raggiungimento di una certa età (attualmente 67 anni per uomini e donne) e un minimo di 20 anni di contributi versati. Accanto a questa, esistono varie forme di pensione anticipata, introdotte per offrire maggiore flessibilità ai lavoratori con lunghe carriere.

Tra le “quote” più note, che permettono il pensionamento anticipato, si annoverano Quota 103, che consente l’uscita con 62 anni di età e 41 di contributi, e la precedente Quota 100 (62 anni + 38 di contributi). Queste misure sono state introdotte come soluzioni transitorie per agevolare il pensionamento di determinate categorie.

Altre opzioni includono la pensione anticipata ordinaria (indipendente dall’età anagrafica ma legata a specifici requisiti contributivi), Opzione Donna (che permette alle lavoratrici di andare in pensione prima a determinate condizioni di età e contributi) e l’Ape Sociale (un’indennità ponte per categorie di lavoratori svantaggiati).

L’aumento dell’età pensionabile

Il sistema pensionistico  ha subito profonde trasformazioni negli ultimi decenni, portando a un graduale e costante aumento dell’età pensionabile. Circa 50 anni fa, in Italia, era comune andare in pensione molto prima rispetto a oggi. Ad esempio, nel 1973 furono introdotte le cosiddette “baby pensioni” che consentivano l’uscita dal lavoro con pochi anni di contributi, con età che potevano essere anche inferiori ai 50 anni, specialmente nel settore pubblico.

Oggi, la situazione è radicalmente cambiata. Per la pensione di vecchiaia, il requisito standard è di 67 anni con un minimo di 20 anni di contributi, adeguato periodicamente all’aspettativa di vita. Tuttavia, l’età media effettiva di pensionamento in Italia, si aggira attualmente intorno ai 65 anni. Ma non la pensa così positivamente la scienza, che ha redatto un report che potrebbe cambiare la percezione pensionabile.

Anziano (Pixabay) SIcilianews24

La “vecchiaia” a 78 anni

Una recente analisi su oltre 4.000 persone ha svelato un dettaglio sorprendente sull’orologio biologico: l’invecchiamento sembra accelerare già a partire dai 34 anni. Esaminando più di 3.000 proteine per individuo, i ricercatori ne hanno identificate 1.379 che variano con l’età. Con solo 373 di queste, è stato possibile prevedere con accuratezza l’età dei partecipanti, dimostrando come i segni di deterioramento fisico inizino a manifestarsi ben prima di quanto si pensasse.

Questo studio ha permesso di suddividere il processo d’invecchiamento in tre fasi distinte: l’età adulta (34-60 anni), la maturità tardiva (60-78 anni) e la vecchiaia dai 78 anni in poi. In ciascuna di queste fasi, la produzione proteica, inizialmente costante, inizia a diminuire progressivamente, fino a cessare. Gli scienziati ipotizzano che questa riduzione sia legata a una minore capacità del DNA di ripararsi, accelerando i processi di degenerazione cellulare.