Palermo, 21 Feb. – Il giudice del tribunale civile di Palermo, Paola Proto Pisani, ha condannato il ministero della salute a risarcire, con una somma pari a un milione e 700mila euro, la famiglia di un operaio di Partinico, D.M., morto in seguito a una trasfusione di sangue infetto.
L’uomo, nell’aprile del 1986, era stato operato per un trauma cranico e gli erano state messe in vene tre sacche di sangue infette dal virus dell’epatite B e C. Questo lo portò alla morte nel 2004, dopo un lunghissimo calvario.
Il tribunale ha accolto la tesi dei legali che rappresentavano la famiglia di D.M., gli avvocati Ermanno Zancla, Mario Bonello e Chiara Carlozzo, che hanno sostenuto la responsabilità del ministero legata alla mancanza di controlli sulla qualità del sangue somministrato ai pazienti negli anni ’80.
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