Attualità

Panettoni siciliani per i milanesi meno fortunati

MILANO – Faringiti e raffreddori sono i mali di stagione. A Milano, la saggezza popolare suggerisce un rimedio: sbocconcellare una fetta di panettone il 3 febbraio e appellarsi con fiducia a San Biagio, che del giorno è il protettore. San Bias benediss la gola e el nas” recita infatti un antico detto proverbiale.

E puntuali per l’occasione, direttamente dalla Sicilia sono arrivati nel capoluogo lombardo tanti profumatissimi panettoni firmati dal maestro pasticcere Nicola Fiasconaro da distribuire nei centri d’accoglienza per i profughi e di assistenza per i più bisognosi, come ad esempio Casa Jannacci e i Centri Diurni per Disabili (CDD).
Il tutto, grazie a una partnership ormai consolidata nel tempo fra l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune e l’azienda dolciaria Fiasconaro che fornisce gratuitamente i propri prodotti per rallegrare gli eventi organizzati in favore della cittadinanza e allietare gli ospiti delle strutture di pubblica utilità.

“È sempre un piacere collaborare con l’Assessorato guidato da Pierfrancesco Majorino. Il desiderio è quello di regalare a chi magari vive una situazione di disagio e di difficoltà un po’ di dolcezza tutta siciliana. Speriamo davvero che San Biagio riesca a rendere i nostri panettoni anche un po’ terapeutici.” – sottolinea col sorriso Nicola Fiasconaro che tanti milanesi, anche i più gourmand, hanno ormai imparato a conoscere e ad apprezzare.

La tradizione popolare narra infatti che Biagio di Sebaste, medico armeno e vescovo cattolico del III secolo d.C., salvò la vita di un bambino facendogli ingoiare una mollica di pane che rimosse dalla sua gola la lisca di pesce che aveva ingoiato e che lo stava facendo soffocare. Il medico morì poi martire il 3 febbraio di qualche anno dopo e la Chiesa, successivamente, lo fece Santo dedicandogli quel giorno.

A questo episodio si intreccia un aneddoto accaduto a Milano secoli dopo quando una massaia, nel periodo natalizio, portò a un frate un panettone da benedire. Il frate le disse di ripassare più avanti ma nei giorni a seguire, non resistendo alla tentazione, si mangiò l’intero panettone. Quando la donna tornò (era proprio il 3 febbraio) il frate era sul punto di confessare la verità ma, con sollievo, si accorse che nell’involucro vuoto del panettone ne era ‘miracolosamente’ comparso un altro al suo posto. Da allora a Milano, il giorno di San Biagio, protettore della gola, è tradizione mangiare una fetta di panettone.

Redazione

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