Categories: Cronaca

Palermo, Gesip: Comune e sindacati raggiungono l’accordo

di redazione

Palermo, 12 Feb. – Cassa integrazione in deroga per quattro mesi (da gennaio ad aprile prossimo) per tutti i dipendenti della Gesip, prepensionamenti per chi è in possesso dei requisiti per la pensione (circa 325 dipendenti entro aprile 2014) e per chi è inabile al lavoro, insieme a percorsi di riqualificazione professionale per gli altri lavoratori che, entro il 2 maggio, tornerebbero in servizio per 20 ore settimanali.

E’ quanto prevede l’accordo sottoscritto tra il Comune di Palermo, socio unico della Gesip, e i sindacati. 

“Il Comune – si legge, in una nota – si è impegnato a presentare progetti di utilizzo dei lavoratori e soddisfare esigenze funzionali per la gestione di servizi essenziali, alcuni dei quali svolti precedentemente dallo stesso personale della Gesip”.

 

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“I dettagli dell’accordo, siglato con le organizzazioni sindacali – spiega il sindaco, Leoluca Orlando – mostrano chiaramente che, quello per cui stiamo lavorando, è un sistema di interventi attivi che mira a dare garanzie di reddito alle famiglie dei lavoratori e, allo stesso tempo, permettere l’impiego produttivo di queste maestranze”

“La città – prosegue Orlando – ha bisogno che questi lavoratori tornino al più presto a svolgere importanti mansioni e servizi. Finalmente, con la collaborazione dei sindacati e con l’intesa fra tutti i soggetti istituzionali coinvolti, questo traguardo sembra possibile, vicino”.

Il Comune di Palermo ipotizza la durata dell’intervento per otto mesi, per questo la Gesip dovrebbe chiedere l’estensione da maggio a dicembre 2013 della cassa integrazione in deroga. Ma il piano non ha convinto tutti i sindacati. Per la Cgil – che comunque ha sottoscritto il verbale – l’idea dell’amministrazione di utilizzare per questi lavoratori lunghissimi periodi di Cassa integrazione guadagni, con eventuali progetti di inserimento lavorativo, di fatto dequalifica non solo la loro condizione professionale e lavorativa ma li riporta indietro nel tempo, trasformandoli da lavoratori ad assistiti, senza una dignità di reddito, e rinviando il problema dei servizi essenziali di cui la città ha bisogno.

Redazione

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