Opera d’arte per parlare di riuso. Una bicicletta degli anni Venti trasformata in un’opera d’arte per parlare di Libertà. Perché è grazie alle proprie gambe, come afferma l’autore, che è possibile realizzare anche i sogni: quelli legati ad una mobilità sostenibile, al valore del riuso ed a quella libertà, in senso lato, cui ciascuno dovrebbe aspirare.
E’ così che Pablo Dilet, pseudonimo del giornalista palermitano Dario La Rosa – già autore di installazioni dal forte impatto sociale come Welcome Carpet, sulla multiculturalità o Plastic, sul tema della plastica in mare – ha creato una bicicletta per parlare nelle scuole e nelle piazze di valori a volte messi in discussione.
La bicicletta artistica, che ha il patrocinio nazionale della Fiab, l’Associazione amici della bicicletta, sarà presentata a Palermo venerdì 3 febbraio presso lo spazio Cannatella (via Papireto 10 ore 18.30)
“La bici – spiega l’autore – sarà messa a disposizione di chi, nelle scuole e nelle strade d’Italia abbia voglia di parlare della conquista della libertà come valore e insieme di tematiche legate alla sostenibilità ambientale”.
La bicicletta è stata trovata in un vecchio scantinato del centro storico di Palermo, risale agli anni Venti ed era stata usata a cavallo fra le due guerre mondiali dalle forze dell’ordine in servizio in città. Grazie all’aiuto di un artigiano che da tre generazioni lavora con le bici, Massimo Cannatella, la bicicletta è stata restaurata ed è tornata ad essere funzionante dopo quasi cento anni.
Al telaio, che è stato riverniciato, sono state saldate delle lettere in ferro che riportano la parola che dona il titolo all’opera stessa: Libertà
L’opera e la storia della bicicletta Libertà sono raccontati anche all’interno di un breve video.
Pablo Dilet (Palermo 1980) è lo pseudonimo con cui il giornalista Dario La Rosa porta avanti un lavoro di comunicazione basato su installazioni artistiche ed opere concettuali che ruotano principalmente intorno a tematiche sociali.
Il suo impegno artistico è rivolto anche ai bambini che normalmente partecipano alla realizzazione delle opere all’interno di specifici laboratori di art education.
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