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Numeri record e nuove sfide per il turismo in Sicilia

Il 2023 è stato segnato da numerosi record, ma adesso servono conferme per affrontare nuove sfide e mantenere stabile il numero elevato di flussi: il turismo siciliano prova a dare continuità alla grandiosa ripartenza dopo la crisi pandemica, con la consapevolezza che servono investimenti costanti e che le priorità dei visitatori sono sempre più rivolte al digitale e alla sostenibilità. In tal senso il Forum delle economie dedicato al turismo, organizzato nella Camera di commercio Palermo ed Enna, rappresenta un’occasione non solo per fare rete tra diversi attori istituzionali, ma anche per tracciare uno spaccato dei numeri dell’anno scorso e attuare proposte per farsi trovare pronti dinanzi ai nuovi paradigmi del settore.
In Sicilia il comparto turistico equivale al 5,4% del territorio nazionale, con 23 mila imprese, 76 mila addetti e un valore produttivo pari a 6,6 miliardi di euro: tuttavia, al netto del numero elevato, solo l’1,7% delle imprese in regione ha un fatturato superiore a 2 milioni.
Per Salvatore Malandrino, responsabile Regione Sicilia di Unicredit Italia, tra le sfide da affrontare nell’immediato futuro ci sono “innanzitutto la crescita dimensionale, a seguire digitalizzazione e transizione sostenibile: sono due valori che oggi i turisti richiedono, perchè vanno alla ricerca di un turismo sostenibile e nella scelta delle location si fanno guidare da digitale e social. Come Unicredit sentiamo una forte responsabilità nel sostegno a queste imprese, con un supporto bancario concreto e mirato, e lo facciamo sia nel quotidiano, con una presenza capillare sul territorio, sia con misure straordinarie legate a prodotti e servizi pensati per il mondo d’impresa”.
Nel corso del Forum sono stati presentati i numeri turistici del 2023, sintetizzati in uno studio curato da Prometeia. Spicca il dato sulle presenze, che ha raggiunto quota 16 milioni superando di slancio sia il 2022 (+10,8%) sia soprattutto il 2019, anno pre pandemia (+8,9%): numeri in controtendenza con il resto d’Italia, che in parte accusa ancora il colpo assestato dal Covid. A fare da traino è il turismo internazionale, che registra un clamoroso +25% rispetto al 2022. I principali punti di riferimento dei flussi sono naturalmente aeroporti e porti: i primi non sembrano aver risentito della chiusura dello scalo di Catania per gli incendi di luglio e agosto, i secondi vantano numeri significativi per quanto riguarda il traffico crocieristico, con il porto di Palermo che si attesta al decimo posto in Europa (con 940mila passeggeri circa e 220 navi attraccate) mentre la Sicilia sale al terzo posto tra le regioni italiane, alle spalle solo di Liguria e Lazio.
Altro aspetto su cui il territorio sembra avere avuto una prima evoluzione è quello della destagionalizzazione, con un’offerta turistica che va oltre l’ambito balneare valorizzando, accanto alle aree montane, diversi patrimoni del territorio (cultura, arte, paesaggio, enogastronomia).
Nonostante i dati traccino un quadro decisamente positivo, secondo Alessandro Albanese, presidente della Camera di Commercio Palermo ed Enna, un boom turistico non può prescindere da investimenti importanti sulle infrastrutture, “sia ferroviarie che autostradali: per dare un sostegno concreto ai flussi turistici bisogna tenere le vie di comunicazione in ordine, sia per le persone che per le merci. Inoltre la sfida del digitale, che sta entrando massivamente nel turismo, va affrontata facendo rete e anche sul piano burocratico ogni imprenditore deve essere messo in condizione di rendere al meglio”.
– foto xd8 Italpress –

Redazione

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