Monreale piange Salvatore, Massimo e Andrea: folla commossa al Duomo per l’ultimo saluto
Una folla silenziosa e commossa ha gremito oggi il Duomo di Monreale per i funerali di Salvatore Turdo (23 anni), Massimo Pirozzo e Andrea Miceli (entrambi 26), i tre giovani uccisi nella tragica sparatoria avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 aprile. Le due piazze antistanti la cattedrale erano colme di persone; molte sono rimaste fuori, unite in un dolore collettivo che ha coinvolto l’intera comunità.
La cerimonia è stata officiata dall’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, che durante l’omelia ha lanciato un forte appello contro la cultura della violenza.Un lungo applauso, intriso di commozione e richieste di giustizia, ha accompagnato l’entrata dei feretri nel Duomo: l’uscita è stata invece celebrata, oltre che con un nuovo applauso, con il volo di palloncini bianchi nel cielo di Monreale.
Le bare dei tre ragazzi sono state quindi portate sul luogo della sparatoria. “Essere qui, davanti ai corpi senza vita di Andrea, Salvatore e Massimo, ci pone brutalmente di fronte alla gravità della situazione sociale nella quale siamo immersi, caratterizzata troppo spesso dalla violenza – sottolinea nell’omelia l’arcivescovo di Monreale Gualtiero Isacchi, – Non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare; non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire; non sappiamo ascoltare, dobbiamo imporci. Da qui, agli atti di violenza fisica e di morte il passo è veramente breve come ci mostra la cronaca quotidiana. Pare che nessun luogo o comunità possa essere immune da un tale contagio di violenza! Dobbiamo compiere una decisa e radicale inversione di marcia. Ma da dove partire? Il Vangelo che è stato proclamato, ci ha riportati ai piedi del Santissimo Crocifisso al quale, da 400 anni, Monreale con fede chiede grazia”.
“Noi sappiamo che la croce è salvezza, che il sacrificio di Cristo ci ha donato la vittoria sulla morte, sappiamo che stiamo celebrando la vita, ma ne avvertiamo, della croce, anche lo scandalo. Le morti di Andrea, Salvatore e Massimo ci interrogano: perché tanta ingiustizia? Perché tanta violenza? In questa celebrazione ripetiamo la richiesta che martedì sera è risuonata più volte per le strade di Monreale: giustizia”.
Isacchi si rivolge poi ai familiari delle vittime: “Carissime mamme Antonella, Giusi e Debora; carissimi papà Mario, Giacomo ed Enzo; fratelli e sorelle, famigliari tutti; carissimi amici di Andrea, Salvatore e Massimo, carissimi fratelli e sorelle che ci sentiamo feriti nell’intimo, la Parola di Dio, non dà risposte, ma indica la strada possibile per porre un limite chiaro all’ingiustizia e per promuovere un modo giusto di abitare la terra. È questa la novità del Vangelo, la potenza del Crocifisso, il compito della Chiesa e di ogni battezzato: non prepararsi per andare in cielo, ma un agire per portare il cielo sulla terra perché la vita umana sia sempre più conforme a quella di Dio instaurando la giustizia che è pace, vita e salvezza per tutti”.
Per il sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono, intervenuto nelle battute finali della cerimonia, “sono davvero infinite le domande che ognuno di noi si è posto in questi giorni e forse rimarranno orfane di risposte: se oggi la nostra città è in ginocchio non è per paura, ma per commemorare questi splendidi ragazzi e il coraggio che hanno avuto. Massimo, Andrea e Salvo non sono stati ammazzati, ma si sono sacrificati: quella sera le cose sarebbero potute andare molto peggio, è a loro che dobbiamo ispirarci per tornare a camminare e respirare libertà”.
Il Comune di Monreale, guidato dal sindaco Alberto Arcidiacono, si è fatto carico delle spese funebri, un gesto di solidarietà nei confronti delle famiglie colpite da questa tragedia. Le indagini sulla sparatoria proseguono. Salvatore Calvaruso, 19enne del quartiere Zen di Palermo, ha confessato di essere uno degli autori dell’agguato. È accusato di strage, porto abusivo e detenzione illegale di arma da fuoco. Secondo le ricostruzioni, la lite sarebbe scoppiata per futili motivi, degenerando poi in una violenta sparatoria .
Le vittime erano amici d’infanzia. Salvatore Turdo e Andrea Miceli, cugini, lavoravano insieme come carpentieri; Massimo Pirozzo era un corriere. Tutti e tre erano molto conosciuti e amati in città . La comunità di Monreale, ancora sotto shock, si è stretta attorno alle famiglie, chiedendo giustizia e riflettendo sulle cause profonde di una violenza che ha spezzato tre giovani vite.
Il cordoglio del sindaco di Palermo
“Oggi simbolicamente tutta la città di Palermo ha abbracciato le famiglie di Salvatore, Andrea e Massimo giovanissime vittime innocenti di una assurda follia, di una sottocultura che mai dobbiamo smettere di contrastare. Ciò che abbiamo visto ha devastato i cuori di ognuno di noi e la speranza è che mai più tale lutto ci raggiunga così da vicino”.
Lo ha detto il sindaco Roberto Lagalla nel giorno dei funerali al Duomo di Monreale di Salvatore Turdo, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, cui in rappresentanza dell’amministrazione era presente l’assessore Fabrizio Ferrandelli.
“Sono giornate di dolore, riflessione e considerazioni. Oggi, su delega del sindaco Lagalla – ha detto Fabrizio Ferrandelli -, abbiamo voluto testimoniare la presenza dell’istituzione Comune di Palermo in un momento così difficile. L’amministrazione comunale è qui per esprimere il cordoglio e la vicinanza della città di Palermo nei confronti dei familiari e delle comunità sconvolte da quanto accaduto”.