Massimo e Gino, fondatori di Arcigay, sono stati oggi ospiti di RaiUno a “Oggi è un altro giorno”.
La coppia ha raccontato la loro storia d’amore e ha annunciato il loro matrimonio che si svolgerà a Giarre il 31 ottobre in memoria di Giorgio e Toni, vittime di un delitto di origine omofobica.
Giorgio e Toni erano una giovane coppia gay di 15 e 25 anni rispettivamente, freddati da due colpi di pistola nel 1980 mentre si tenevano per mano sotto un albero. I loro corpi esanimi furono ritrovati ancora mano nella mano.
Numerosi i tentatitivi di mascherare il delitto per un suicidio volontario in un periodo in cui le relazioni gay erano considerate qualcosa da cui prendere le distanze. Sebbene ad oggi non sia stato identificato il colpevole, la tragedia ha gettato le basi per la nascita della prima associazione di lotta per i diritti Lgbt+ in Italia: Arcigay, fondata da Massimo e Gino a Palermo pochi mesi dopo le numerose proteste scoppiate a Giarre.
Serena Bortone, presentatrice del programma, ha presentato la relazione della coppia come una “storia fortissima e bellissima, d’amore, che dura da oltre 40 anni e ha contribuito alla crescita dei diritti civili del nostro Paese”.
“Ho pianto quando ho ricevuto la comunicazione del matrimonio da Massimo e Gino ero appena stato eletto segretario del Partito Radicale quando ho appreso dell’omicidio: i tempi sono cambiati ma per decenni hanno rischiato tutto, conosciuto esclusione, derisione e violenza. Ma come tutte le minoranze aiutano la società a crescere” ha detto il politico Francesco Rutelli in collegamento con lo studio.
Collegato al dibattito direttamente da Giarre anche Paolo Patanè, ex presidente di Arcigay che ha affrontato il tema dell’omicidio di Giorgio e Toni.
Un tema ancora vivo dopo quarant’anni e dibattuto nello scenario pubblico e politico, è il caso della legge contro la discriminazione di genere e la misoginia il cui primo firmatario è l’onorevole Alessandro Zan. “La commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento al decreto agosto che finanzia i centri antidiscriminazione e le case rifugio per le vittime di omotransfobia con 4 milioni di euro all’anno” ha annunciato Zan.
La discussione in Parlamento è attesa per il 20 ottobre. Nel frattempo è stata lanciata una raccolta fondi su Go Fund Me per contribuire al matrimonio della coppia.
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