Mangia il tonno sott’olio e finisce sul tavolo dell’obitorio: questo è più pericoloso dell’eroina | Non consumarlo mai

Mangiare tonno in scatola può nascondere delle brutte sorprese.
Mangiare tonno in scatoletta ha numerosi vantaggi, tra cui la praticità e la lunga conservazione. È un alimento pronto all’uso, economico e facilmente reperibile in qualsiasi supermercato. Inoltre, è ricco di proteine, povero di grassi saturi e rappresenta una buona fonte di omega-3, utili per la salute del cuore e del cervello.
Tuttavia, il consumo frequente di tonno in scatola presenta anche alcuni aspetti negativi. Uno dei principali è il contenuto di mercurio, un metallo pesante che si accumula nei grandi pesci predatori e che, se assunto in dosi elevate, può risultare tossico, soprattutto per donne in gravidanza e bambini. È consigliabile quindi non eccedere con le quantità settimanali.
Un altro aspetto da considerare riguarda la qualità dell’olio o del liquido di conservazione. Alcune scatolette contengono oli vegetali raffinati o salamoia con elevate quantità di sale, che possono ridurre i benefici nutrizionali del prodotto. Scegliere tonno al naturale o in olio extravergine di oliva può essere una scelta più salutare.
C’è anche l’impatto ambientale. La pesca intensiva del tonno ha conseguenze importanti sugli ecosistemi marini e sulla biodiversità. È preferibile optare per tonno proveniente da pesca sostenibile, con certificazioni come MSC, per contribuire alla tutela degli oceani. In sintesi, il tonno in scatola può essere parte di una dieta equilibrata, se consumato con consapevolezza e moderazione.
Il rischio invisibile nelle conserve di tonno: non lo vedi ma c’è
Preparare conserve in casa è una tradizione diffusa, spesso legata al piacere dell’autoproduzione e alla voglia di consumare alimenti genuini. Tuttavia, dietro questa pratica si nasconde un pericolo serio: il Clostridium botulinum, un batterio che può svilupparsi in ambienti privi di ossigeno come barattoli sigillati. Questo microrganismo è presente sotto forma di spora nel suolo, nella polvere e nei sedimenti, e può contaminare frutta, verdura e altri ingredienti durante la preparazione.
Se le condizioni di conservazione favoriscono la germinazione delle spore — ad esempio in presenza di poca acidità, scarsa igiene o sterilizzazione inadeguata — il batterio può produrre una tossina altamente pericolosa. L’intossicazione da botulino, o botulismo, è rara ma molto grave, con sintomi che si manifestano da 24 a 72 ore dopo l’ingestione dell’alimento contaminato.

Sintomi gravi e intervento tempestivo: occhio al tonno killer
I segnali del botulismo includono disturbi neurologici come visione doppia, difficoltà a mettere a fuoco, palpebre cadenti, pupille dilatate e bocca secca. Possono insorgere anche difficoltà nella deglutizione e stitichezza. Nei casi più gravi, l’intossicazione può compromettere la funzione respiratoria, mettendo a rischio la vita della persona colpita.
In presenza di questi sintomi, è fondamentale non sottovalutare la situazione e recarsi immediatamente in ospedale. Un intervento tempestivo con la terapia antitossina può fare la differenza tra una guarigione completa e conseguenze gravi. La prevenzione, tuttavia, resta l’arma più efficace: seguire rigorose norme igieniche e linee guida ufficiali è essenziale per una conservazione sicura.