Palermo, 4 dic – Il 90% delle aziende confiscate alle mafie – 1.636 su tutto il territorio nazionale di cui 614 (37%) in Sicilia – fallisce, i lavoratori coinvolti finiscono licenziati (si stima circa 70mila persone) e, secondo la modifica della normativa targata Fornero, non possono neanche usufruire di ammortizzatori sociali. A questi numeri si aggiungono quelli delle imprese sequestrate.
Per fare fronte a questa situazione – consentendo l’emersione alla legalità, il rilancio di queste imprese e la tutela dei lavoratori – Cgil, Libera, Arci, Anm, Legacoop, Avviso pubblico e Centro Pio La Torre intendono presentare al prossimo parlamento nazionale un ddl di iniziativa popolare che punta a colmare le lacune dell’attuale legislazione e a rimuovere gli ostacoli che impediscono la sopravvivenza sul mercato delle aziende ”bonificate”, tra cui i lunghi tempi di riassegnazione.
”Bisogna dare il segno con forza – ha detto Antonio Riolo, segretario Cgil Sicilia – del fatto che lo Stato c’è e attraverso lo Stato si lavora e si produce nella legalità”.
L’iniziativa è stata presentata oggi dagli esponenti siciliani del comitato promotore che hanno annunciato che da ieri è partita la raccolta di firme su scala nazionale e si prevede di concluderla il 3 giugno prossimo. Solo in Sicilia l’obiettivo è di 40 mila sottoscrizioni. In questi sei mesi, saranno tante le iniziative di sensibilizzazione sul tema messe in campo.
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