Cronaca

La Stanza di Aurora, uno spazio di ascolto per vittime di violenza

La Stanza di Aurora. Domani 14 febbraio, alle ore 10.00, all’interno della Questura, nei locali della Divisione Anticrimine, verrà inaugurata “La Stanza di Aurora”, uno spazio riservato, in cui lavorerà personale qualificato appositamente dedicato all’ascolto di donne, anziani e minori vittime di violenza ed in generale rivolto alla categoria delle persone vulnerabili.

La Stanza di Aurora, nel giorno di San Valentino la Polizia inaugura lo spazio riservato all’interno della Questura

La Stanza metaforicamente inneggiante all’inizio di una nuova vita mediante il richiamo all’aurora di un nuovo giorno, è stata realizzata con la collaborazione di artisti locali e studenti di alcuni Istituti d’Arte del capoluogo che spontaneamente si sono offerti di partecipare all’iniziativa, realizzando opere artistiche da affiggere alle pareti della Stanza per creare un ambiente più accogliente e rassicurante. Per la circostanza, alcune delle tele sul tema della violenza di genere realizzate dagli studenti degli istituti scolastici “Damiani Almeyda-Crispi” e “Cassarà” saranno esposte nell’atrio della Questura, lungo un percorso virtuale che accompagnerà gli ospiti verso la Stanza di Aurora.

Al via un’altra tappa della campagna “Questo non è amore”

In concomitanza con tale iniziativa avrà, altresì, luogo in corso Vittorio Emanuele, in corrispondenza della sede della Questura, una tappa della campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne “Progetto Camper – Questo non è amore”.

Un’idea, quella del “Progetto Camper che, partito a luglio del 2016, in questi anni ha consentito di contattare decine di migliaia di persone, in maggioranza donne, diffondendo informazioni sugli strumenti di tutela e di intervenire su situazioni di violenza e stalking che diversamente sarebbero potute rimanere ingabbiate nel dolore domestico.

Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.

Redazione

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