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L’illusione: governo tecnico in mano ai soliti politici

di Enrico Ruffino

Adesso che tutto è cambiato, ci si può occupare delle vecchie passioni. Il Milan, le aziende, le campagne elettorali e i comunisti. Ma le passioni non possono permettere di allontanarsì da lì, Montecitorio. Si sa,le passioni e Montecitorio hanno un fine comune. Ma ora Napoleone, il premier migliore degli ultimi 150 anni, l’uomo più perseguitato dalla magistratura di tutte le epoche, l’unto dal signore e il grande esperto di storia Romana ( ahi, quanto ci mancano le magister lectio su Romolo e ” remolo”) , non siede più al centro. E’ distaccato. Un deputato qualunque, accanto ad Angelino e Cicchitto. E anche se si ostina a dire che ” il patto con la lega è saldo”, è rimasto senza alleati. Il carroccio che non ha nazione, anche se si ostina a dire che ” dal momento in cui il pdl ha appoggiato Monti il patto si è sciolto”, è più solo di Berlusconi. Era bello quando il popolo c’era, ma ora non c’è più. E, guarda caso, ora il carroccio si trova all’opposizione. Monti non l’ha detto, ma la riforma delle pensioni è una certezza e Bossi non aspettava altro. E dire che Bossi è stato, nonostante abbia lanciato raffiche contro questo nuovo governo, il più grande sostenitore di Monti, non è un eufemismo. La furbizia della lega, si sà, è superiore a quella di Berlusconi.Infatti vuole tornare ai vecchi tempi. Opposizione sfrenata, parole dure e battaglie. E già, il carroccio vuole riprendersi l’elettorato che da tempo l’ha abbandonato e il piatto succulento di una manovra lacrime e sangue, non può non gustarlo con passione. Ma gioca con il fuoco. Anche Berlusconi l’ha capito: i sondaggi, a lui cari, lo danno in un declino vertiginoso ma la sua posizione non gli ha permesso di varcare la linea dell’opposizione. E così si trova ancora in maggioranza con il coltello dalla parte del manico. Non aspetta altro che Monti  metta patrimoniali e gli tocchi aziende per far cadere questo governo. Vi eravate illusi che fosse sparito dalla scena? Lo scherzetto è durato poco, giusto tempo di prendersi due monetine in testa, un paio di vaffa e qualche insulto qua e la che è già tornato a dominare . La reputazione dell’Italia, sembrerebbe salva ma L’Italia a quanto pare no. E chi si fosse illuso che questo sia un governo tecnico, nel senso stretto che i componenti siano dei tecnici, ha sbagliato di grosso.

Infatti se Berlusconi dice no e Bersani si trova stretto tra sindacati e il consenso accumulato, si va punto e a capo. Decide di nuovo lui e noi non ce ne siamo nemmeno accorti. Bersani, dal lato suo, è , ancora una volta, racchiuso tra dissidi interni e sindacati con il timore asfissiante di perdere il consenso accumulato. I conflitti di interessi si accumulano, inoltre, anche tra i sobrissimi ed eminentissimi esponenti del nuovo governo. Sottosegretari all’ombra di politici, ministri banchieri con interessi in alitalia e i nuovi treni di Montezemolo, ex avvocati di fininvest. E dire che qualcuno ha osato dire che la politica aveva perso il proprio primato. Demagoghi.

Redazione

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