Il Tar di Palermo ha respinto la richiesta dei sindaci del comprensorio di Cefalù di sospendere il decreto con il quale la Regione ha ordinato la chiusura del centro nascite entro il 30 aprile.
Il ricorso era stato presentato dal sindaco Rosario Lapunzina e dagli amministratori di altri otto comuni del distretto sanitario 33 che hanno annunciato un nuovo ricorso al Cga, Consiglio di giustizia amministrativa.
In attesa che il Tar si pronunci nel merito, le procedure di chiusura del centro possono essere sospese perché, secondo i giudici amministrativi, il provvedimento rientra tra le scelte dell’amministrazione regionale sulle quali non è consentito un giudizio di legittimità, circostanza che, in qualche modo anticipa anche il giudizio di merito.
Il Tar aggiunge anche che deve essere la Regione a valutare la possibilità di attuare il modello degli “ospedali riuniti” attraverso il quale i sindaci chiedono l’accorpamento dei centri nascite di Cefalù, Termini Imerese e Petralia Sottana.
In tal modo si supererebbe la soglia dei mille parti all’anno fissata dalla norma che entrerà in vigore nel 2016. Annunciando il nuovo ricorso al Cga, il sindaco di Cefalù ha definito la pronuncia del Tar “contradditoria” e “pilatesca” perché rimette ogni decisione all’amministrazione regionale. Lapunzina ha anche convocato per il 17 aprile un’assemblea di cittadini dei paesi interessati.
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