ROMA (ITALPRESS) – “È con grande piacere che invio il mio saluto in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. A settant’anni dalla sua sottoscrizione, la Convenzione di Ginevra relativa allo statuto dei rifugiati, che questa ricorrenza celebra e ricorda, continua ad essere un documento di fondamentale importanza tanto sotto il profilo giuridico quanto sul piano etico e morale.
La sua sottoscrizione, immediatamente dopo la fine del secondo conflitto mondiale, rappresenta uno dei traguardi più alti nel riconoscimento del valore assoluto della vita e della dignità umana”. Lo ha detto la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. “Diritti inviolabili, da proteggere sempre e comunque – ha aggiunto – indipendentemente dalle diplomazie internazionali, da condizioni di reciprocità o dalle convenienze delle singole nazioni. Un dovere inderogabile, di fronte al quale l’Italia – per storia, cultura e tradizione – è sempre stata in prima linea, tanto nel dare accoglienza, assistenza e protezione, quanto nel sensibilizzare la comunità internazionale sulla necessità di una strategia coordinata ed efficace di integrazione e inclusione.
Solo una cooperazione globale in difesa della libertà può infatti assicurare di gestire al meglio un fenomeno fragile e complesso, come quello dei flussi migratori dei richiedenti rifugio o asilo”.
“Un’emergenza che oggi conta nel mondo quasi ottanta milioni di esseri umani in fuga per la vita, di cui almeno un terzo costituito da minori e bambini. In tale prospettiva, il mio auspicio è che questa giornata possa essere occasione per tornare a riflettere sulla necessità di nuove strategie diplomatiche e globali, da elaborare con il prezioso supporto di organismi internazionali come l’Alto Commissario delle Nazioni Unite, che oltre alle tutele assicurino ai rifugiati anche la concreta possibilità di ricominciare una nuova vita. Strategie volte a un’integrazione reale e sostenibile, nel rispetto degli equilibri sociali ed economici dei Paesi di accoglienza. Questa è la strada che dobbiamo percorrere insieme. Un percorso di civiltà giuridica e di responsabilità morale che, se intrapreso con convinzione e spirito di leale collaborazione, può davvero guidarci verso un mondo sempre più libero, sicuro e solidale”.
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