Cronaca

Femminicidio a Palermo, uomo strangola la moglie e si costituisce

Femminicidio a Palermo. La donna morta aveva poco più di cinquanta anni, così come il marito, di origine tunisine, con cui si era sposata in seconde nozze. Lui faceva il cuoco ed avevano due figlie. Il marito, Moncef Naili, ha strangolato la moglie, Elvira Bruno, nella loro abitazione in via Antonino Pecoraro Lombardo, in zona Notarbartolo, ed ha atteso l’arrivo del 118 senza fuggire. I vicini di casa hanno raccontato della coppia come persone tranquillissime, che non litigava mai, persone perbene e pulitissime.

L’uomo è stato portato in questura per essere interrogato. Sulla scena del crimine è intervenuto il pubblico ministero Annamaria Picozzi che sta seguendo i rilievi della scientifica disponendo il sequestro dell’abitazione.

Il Femminicidio in Italia

L’Italia è dal 2014 che dispone di una legge contenente le misure contro la violenza di genere, grazie alla conversione in Legge 15 ottobre 2013, n. 119, del Decreto Legge 14 agosto 2013, n. 93. Fu proprio Napolitano, allora Capo dello Stato che per “il susseguirsi di eventi di gravissima efferatezza in danno di donne e il conseguente allarme sociale che ne è derivato rendono necessari interventi urgenti volti a inasprire, per finalità dissuasive, il trattamento punitivo degli autori di tali fatti, introducendo, in determinati casi, misure di prevenzione finalizzate alla anticipata tutela delle donne e di ogni vittima di violenza domestica”.

Il femminicidio spesso idealizzato così come si potrebbe evincere da una definizione di questo tipo presa dal Devoto – Oli per cui la parola femminicidio comprende “qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione e di annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte”.

Ha, in realtà, una più semplificante ricaduta in ambito criminologico, dove la donna è tipizzata come vittima di violenza esercitata da un soggetto di sesso maschile in danno di una donna solo “perché donna”.

Massimiliano Parisi

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