Cronaca

Ex Province, il presidente Musumeci esorta Roma: “Si faccia in fretta”

Ex Province. “La posizione del Movimento 5Stelle contro le Province sembra la vera ragione per la quale non sono state ancora accolte le nostre richieste sulle risorse finanziarie sottratte a quegli Enti, con la complicità del passato governo di centrosinistra.

Venerdì 3 maggio sarà  l’ultimo giorno utile perché vengano depositati gli emendamenti alla legge di riordino recentemente varata dal Governo. È quella l’occasione per dare attuazione all’accordo che il Governo regionale ha sottoscritto con Roma”.

Lo dichiara, in una nota il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in merito al prelievo forzoso dello Stato nei confronti delle ex Province dell’Isola.

Ex Province: “Non si lascino morire enti locali che ad oggi gestiscono servizi fondamentali per le comunità”

“L’interlocuzione tra il ministero dell’Economia e la Regione Siciliana – continua il governatore – non si è mai interrotta – ne riconosco il merito al vice ministro Garavaglia e al sottosegretario Villarosa – ma siamo arrivati al limite e non si può più andare oltre. E purtroppo quella che viene rappresentata appare come un’assenza di impulsi politici da parte del Governo centrale. Rivolgo, così, un accorato appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al vice presidente Matteo Salvini affinché non si lascino morire enti locali che ad oggi gestiscono servizi fondamentali per le comunità. Nessuno meglio di me sa quanto la corretta e sana gestione di un ente intermedio possa essere un aiuto concreto per centinaia di sindaci e quanto i territori possano trovarne giovamento”.
“Personalmente – prosegue Musumeci – sono disponibile a raggiungere il presidente Conte o il suo vice a qualsiasi ora, perché mentre l’Istat descrive una ripresa economica che stenta, l’assurda decisione del Governo nazionale di penalizzare ancora i bilanci delle Province rischia di cancellare investimenti per centinaia di milioni di euro. E la Sicilia non se lo può permettere. Ma, soprattutto, la Sicilia non lo permetterà».
Redazione

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