PALERMO. Dell’Utri impugnerà la sentenza che lo riguarda davanti alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo. Lo annuncia lo stesso dell’Utri in una nota inviata dal suo legale Giuseppe Di Peri. «Pur contestando la sentenza pronunciata nei miei confronti, ho chiesto – annuncia Dell’Utri – ai miei avvocati libanesi di non frapporre alcuna iniziativa legale che possa risolversi in un motivo di contrasto, o di ritardo, all’esecuzione dell’ estradizione, essendo mio fermo intendimento di tornare in Italia per scontare la pena che mi è stata comminata». «Come ho sempre detto, e come confermato dall’evoluzione di questa assurda vicenda, la decisione di recarmi in Libano non è stata determinata dall’intendimento di sottrarmi all’esecuzione della pena». Lo ha detto Marcello Dell’Utri, in una nota inviata dal suo legale Giuseppe Di Peri, commentando le procedure di estrazione richiesta dal Governo italiano nei confronti dell’ex senatore. «Posto che, altrimenti, non avrei scelto un Paese legato da un accordo d’estradizione con l’Italia viaggiando – ha aggiunto – con il mio passaporto, e comunicando a tutti col mio telefono cellulare che mi trovavo a Beirut presso l’hotel Phoenicia, fatto che possono testimoniare i numerosi interlocutori compreso il mio ufficio e non escluse anche le intercettazioni che saranno state predisposte al riguardo».
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