Secondo il procuratore generale d’appello della Corte dei conti, ci sarebbero serie perplessità sull’esigibilità e sull’esito della riscossione dell’importo ingente di residui attivi: ammonterebbero ad oltre 2 miliardi di euro.
I residui attivi, in termini più semplici, sono i crediti da esigere. Un importo di tale portata rende, ovviamente, problematica la riscossione ed è questo il motivo per cui le casse pubbliche e, conseguentemente, la Regione Siciliana sarebbero seriamente a rischio default.
Il pg d’appello della Corte dei Conti, ha scritto nella sua relazione: “La Regione nel 2015 ha già effettuato il riaccertamento straordinario dei residui attivi, con una cancellazione di residui attivi di svariati miliardi di euro, di conseguenza non dovrebbe esservi un importo così elevato di residui attivi reimputati che segnala come fisiologico ciò che dovrebbe essere patologico”. “È ragionevole – continua – che dopo una tale simile ‘pulizia’ permanga una simile massa di residui attivi reimputati?”
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