Continua l’iniziativa, voluta dal Sindaco Orlando che prevede test a tappeto nelle scuole palermitane per scongiurarne la chiusura. Ma dopo una settimana di test una cosa appare già chiara, il virus non gira nelle scuole.
L’Azienda sanitaria provinciale di Palermo ha istituito 10 Usca scuola: 6 con sede in città, 2 con sede a Partinico e competenza sul versante occidentale della provincia e 2 a Termini Imerese per il versante orientale. Complessivamente sono impegnati 35 medici.
Irrisorie le percentuali dei contagiati, sotto l’1% ma si continua, anzi si allarga la platea sottoposta al monitoraggio.
Ieri (lunedì 23) nelle tre scuole visitate sono stati fatti 798 tamponi, 5 i positivi. Dal 17 novembre sono stati 3.120 i test nelle scuole cittadine. “Abbiamo avviato lo screening a macchia di leopardo in diversi quartieri – dice Marianna Fiasconaro, capo area dell’Educazione all’assessorato – con una particolare attenzione alle zone più a rischio di emarginazione sociale. Le scuole sono sicure, i focolai si insediano in famiglia”.
Da oggi saranno coinvolti anche i più piccoli che frequentano gli asili e se resta tempo anche il personale delle scuole, prof e bidelli finora dirottati ai Drive in.
Per i professori “Il problema non è stare in classe, dove vengono rispettate le regole di distanziamento e sanitarie. Il problema è fuori sui mezzi di trasporto, l’attesa dell’apertura dei cancelli, le ricreazioni fatti tutti nello stesso orari, questi sono gli ambiti nei quali si rischia il contagio”.
Sulla stessa linea Adriano Rizza, segretario Flc Cgil Sicilia: “Si parla di riaperture in tutti i settori ma la cosa più importante è pensare a come garantire la didattica in presenza in sicurezza. Dagli screening di massa emergono dati non negativi, ma per assicurare la didattica in presenza è necessario che il sistema funzioni nel suo com- plesso: da un trasporto adeguato a un tracciamento efficiente e costante”.
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