“Comunichiamo il fallimento” | Volevano fare concorrenza ad Eurospin, ma oggi hanno chiuso la serranda per sempre

Il gigante italiano della distribuzione chiude per sempre i battenti: ecco di quale catena stiamo parlando
Sembravano destinati a rivoluzionare la grande distribuzione.
Un marchio ambizioso, con solide radici locali e un progetto di grande espansione, pronto a fare concorrenza a Eurospin.
Eppure, dopo anni di attesa, ad oggi quelle serrande abbassate riportano la scritta “chiuso per sempre”.
Ma cosa è andato storto davvero? E di quale catena stiamo parlando? Ecco tutti i dettagli.
La parabola di un gigante della distribuzione: dalle promesse all’oblio
In molti li ricordano come la vera alternativa ai colossi nazionali del discount. Con un’identità ben definita e un forte legame con il territorio, questa catena di supermercati aveva tutte le carte in regola per riuscire a ritagliarsi un posto stabile nel mercato, anche in concorrenza con grandi nomi come Eurospin. Basti pensare che il loro primo punto vendita aprì negli anni Sessanta, quando ancora i centri commerciali erano un miraggio. Da lì, l’espansione fu rapida e costante, diventando un punto di riferimento per migliaia di famiglie.
La crisi, però, è arrivata nel momento peggiore: proprio mentre i locali venivano ristrutturati, nel tentativo di rilanciare l’attività. Dopo anni di silenzio, promesse non mantenute e attese vane da parte dei lavoratori, è arrivato l’annuncio che chiude definitivamente un’epoca. I motivi del fallimento non sono solo economici: dietro si celano dinamiche giudiziarie, gestioni opache e decisioni discutibili. Ma a quale gruppo ci stiamo riferendo? E perché ha chiuso? Ecco le risposte.

Voleva fare concorrenza a Eurospin, ma ha chiuso per sempre: ecco chi è
Palermo: si è chiusa con una sentenza definitiva la lunga vicenda giudiziaria che ha coinvolto i fratelli Giovanni Carlo, Beppe e Mario Migliore. Il giudice per l’udienza preliminare Paolo Magro li ha condannati a 2 anni e 8 mesi ciascuno per bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa, gli imprenditori della catena di supermercati hanno distratto somme di cassa e sopravalutato un parcheggio in costruzione che doveva essere gestito internamente.
Nonostante la richiesta della Procura di una condanna a 5 anni, il Gup ha deciso per pene più lievi e ha rigettato le richieste di risarcimento avanzate dai lavoratori costituiti parte civile. Oltre alla condanna penale, è arrivata anche l’interdizione per 10 anni da qualsiasi incarico direttivo e dall’esercizio di impresa. Una sentenza che sancisce non solo un fallimento aziendale, ma anche la fine di un capitolo economico e sociale nella storia recente di Palermo.