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Cinema: contro la schiavitù

Che si vogliano sbarazzare dei succhiasangue, della peste o della routine di coppia, del dolore di una perdita, di una sorte predefinita o delle catene, i protagonisti dei film del weekend sembrano tutti stufi di disparate forme di asservimento.

L’ultimo dei templari (sarebbe Nicolas Cage) arriva già mercoledì 15, come i due titoli successivi. In un’Europa medievale in piena epidemia, a due ex-crociati viene affidato l’incarico di condurre una presunta strega untrice in un monastero per il processo. Con Ron Perlman, Claire Foy, Christopher Lee, Ulrich Thomsen e Stephen Graham, regia di Dominic Sena.

Owen Wilson e Jason Sudeikis nella nuova irriverente commedia dei fratelli Farrelly (Peter e Bobby). Libera uscita racconta le peripezie di Rick e Fred, grandi amici annoiati dalla vita coniugale ai quali è stata eccezionalmente concessa dalle rispettive consorti una settimana senza vincoli. Nel cast Jenna Fischer, Christina Applegate e Richard Jenkins.

Opzione 3D per Priest (tratto da una graphic novel), che sancisce un’altra collaborazione tra Scott Stewart (regista) e Paul Bettany (attore principale). Quest’ultimo è un sacerdote che, in un’altra dimensione, parte alla ricerca della nipote, rapita dai vampiri. Lo accompagnano Cam Gigandet e Maggie Q; fra i numerosi comprimari militano Karl Urban, Lily Collins, Christopher Plummer.

Matt Damon ed Emily Blunt (ma c’è anche Terence Stamp) sfuggono all’ordine precostituito degli eventi ne I guardiani del destino (da Philip K. Dick). O almeno ci provano: infatti l’aspirante senatore e la ballerina non possono stare insieme per l’intromissione di un gruppo di misteriosi agenti… Dietro la macchina da presa l’esordiente George Nolfi.

Rafi Pitts dirige e interpreta il drammatico The Hunter, storia di un custode notturno di Teheran, Ali, da poco uscito di prigione, con l’hobby della caccia (più uno sfogo, in verità). Un tragico incidente occorso alla moglie e alla figlia disgrega i suoi già precari equilibri e lo porta a un’azione sconsiderata.

Nella Londra del 1810, l’africana Saartje (Yahima Torres) è esibita come una bestia rara alla fiera. Anni dopo a Parigi si studia il suo caso. È Venere nera, che Abdellatif Kechiche ha presentato all’ultimo festival di Venezia, con Olivier Gourmet, Andre Jacobs (il “padrone”), Elina Löwensohn e François Marthouret (il luminare).

a cura di Massimo Arciresi
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