Cronaca

Cibo per detenuti indigenti dell’Ucciardone da Cot Ristorazione

Cibo per detenuti indigenti dell’Ucciardone. Cot Ristorazione fornirà una parte del pranzo di Natale che proprio oggi, sabato 23 dicembre, verrà offerto dal Centro di Accoglienza “Padre Nostro” ai detenuti indigenti dell’Ucciardone di Palermo. Un momento di festa per quei carcerati che non hanno famiglia e ai quali la realtà a cui ha dato vita 25 anni fa padre Pino Puglisi sta offrendo un momento di festa.

Cibo per detenuti indigenti dell’Ucciardone: offerto dal Centro di Accoglienza “Padre Nostro”

“Mentre parliamo i nostri volontari stanno addobbando la sala refettorio – spiega Maurizio Artale, presidente del Centro di Accoglienza “Padre Nostro” – in modo tale che possiamo servire adeguatamente il pranzo completo dall’antipasto al dolce a 150 detenuti che non vivono queste particolari giornate come gli altri. Abbiamo chiesto alla Cot di aiutarci a completare con quello che ci mancava e la risposta è stata come sempre immediata”.

Una bella sinergia, quella esistente da tempo tra la COT e la struttura di Brancaccio, indispensabile per fare fronte a emergenze sociali importanti.

“Impossibile dire di no a questa richiesta di aiuto – afferma Emanuele Ribaudo, presidente di Cot Ristorazione, che ha appena festeggiato i suoi primi 25 anni di vita – e non solo perché all’Ucciardone siamo presenti con i pasti forniti al personale penitenziario. Noi siamo una realtà che è cresciuta grazie al lavoro di squadra. Senza il grande impegno dei nostri dipendenti non saremmo ciò che siamo. Così nel territorio, senza la collaborazione e la condivisione, di risposte se ne possono dare ben poche”.

Centro creato da Padre Puglisi

Ed è proprio un lavoro di squadra quello che dà modo al centro creato da padre Pino Puglisi 25 anni fa di occuparsi dei detenuti che non hanno nessuno a attenderli fuori dal carcere.

“Proprio il 29 inauguriamo le due stanzette che abbiamo allestito da noi per quelle persone che non possono usufruire delle uscite premio perché senza residenza. Sono quei soggetti le cui famiglie li hanno rinnegati, rifiutati – aggiunge Artale – e, non avendo nessun parente a cui appoggiarsi fuori, perdono questo beneficio. Abbiamo acquistato una casetta sotto il centro e l’abbiamo destinata anche a loro. La inaugureremo nel corso di una giornata durante la quale faremo il punto su tante cose. Sarà un grande anno, quello che ci attende, da condividere con tutti”.

Redazione

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