Bye bye Tari: la Sicilia ha cancellato la tassa sull’immondizia | Da oggi consumi quello che vuoi senza pagare 1 centesimo

Bidoni immondizia
Bidoni immondizia – sicilianews24.it

Si tratta di una delle tasse più ‘fastidiose’.

La TARI (Tassa sui Rifiuti) è il tributo che copre i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. In Sicilia, come nel resto d’Italia, è regolata dalla legge nazionale, ma la gestione concreta è affidata ai singoli comuni, che stabiliscono tariffe e modalità di pagamento. Ogni anno, i comuni siciliani approvano il piano economico-finanziario (PEF) del servizio, che determina l’importo della tassa in base ai costi sostenuti.

La TARI è dovuta da chiunque occupi o detenga un immobile, a qualsiasi titolo, sia esso abitazione, ufficio, negozio o altra struttura. L’importo varia in base alla superficie dell’immobile e al numero dei componenti del nucleo familiare (per le utenze domestiche), oppure in base alla categoria di attività (per le utenze non domestiche). Alcuni comuni applicano anche agevolazioni per famiglie numerose, disoccupati o anziani.

In Sicilia, la TARI si paga generalmente in due o tre rate annuali, ma ogni comune può decidere un proprio calendario. Il versamento avviene tramite bollettino precompilato (di solito modello F24) inviato a casa del contribuente, oppure attraverso sistemi digitali se il comune è dotato di piattaforme online. In caso di mancato pagamento, sono previste sanzioni e interessi.

Negli ultimi anni, diversi comuni siciliani hanno avviato iniziative per migliorare la raccolta differenziata e incentivare comportamenti virtuosi tra i cittadini, anche attraverso sconti sulla TARI. Tuttavia, restano forti differenze territoriali in termini di efficienza del servizio e trasparenza delle tariffe.

La sentenza che cambia le regole

Una recente sentenza della Commissione tributaria della Toscana ha messo in discussione il criterio con cui molti comuni calcolano la TARI. Secondo la pronuncia, è illegittimo un regolamento comunale che non prevede un calcolo proporzionale della tassa in base all’effettivo utilizzo dell’immobile. Questo tipo di norma, infatti, penalizza chi occupa la casa solo per brevi periodi, equiparandolo a chi vi risiede tutto l’anno.

La decisione apre quindi uno spiraglio importante per i proprietari di seconde case o abitazioni utilizzate saltuariamente. In questi casi, il contribuente ha il diritto di contestare l’avviso di pagamento ricevuto. Se il Comune non accoglie la richiesta o non risponde, è possibile presentare ricorso alla commissione tributaria provinciale.

Tasse
Tasse – fonte pexels – sicilianews24.it

Conoscere i propri diritti fa la differenza

Molti cittadini pensano che basti non risultare residenti o mostrare la tessera sanitaria non attiva per evitare il pagamento della TARI, ma non è così semplice. Tuttavia, questa sentenza dimostra che conoscere i propri diritti e agire legalmente può fare la differenza.

Il principio stabilito dai giudici toscani potrebbe influenzare altri casi simili sul territorio nazionale, spingendo i comuni a rivedere i propri regolamenti. Intanto, chi si trova in una situazione analoga ha la possibilità di tutelarsi attraverso i canali previsti dalla legge.